Linux è libertà, Linux è scelta, Linux è open source.
Oltre che essere un’alternativa gratuita (e funzionale) al blasonato ed estremamente utilizzato Windows, i sistemi operativi basati sul kernel Linux possono rappresentare la scelta di molti proprio per il senso di libertà e di apertura che molti di essi rappresentano.
Di fondo, molti utilizzatori di GNU/Linux scelgono di optare esclusivamente per programmi e driver dal codice aperto e libero, con buona ragione per una miriadi di motivi; questo, però, va irrimediabilmente a scontrarsi con una realtà che nei giorni nostri è più che attuale: la riproduzione di contenuti protetti da copyright.
In altre parole: Netflix e simili.
Se fino a qualche anno fa guardare Netflix su Linux era pura utopia, oggi come oggi i metodi per riuscire sono piuttosto semplici. Ci si può affidare ad esempio al browser Google Chrome o al plugin Pipelight (la controparte di Silverlight di Microsoft), tuttavia in entrambi i casi ci si va a scontrare con la filosofia open.
Perché? Semplice:
- Google Chrome è un browser dalla semplice installazione e che tutti praticamente conoscono, ma contiene parti (molte parti) di sorgente closed;
- Pipelight altri non è che Silverlight (closed) eseguito tramite Wine – l’installazione di Pipelight, infatti, rende obbligatoria anche quella di Wine.
Basterebbe già questo a scoraggiare i cultori della filosofia open a scoraggiare la riproduzione di contenuti protetti ma, si sa, la tecnologia è infinita: c’è un riproduttore multimediale, sviluppato in HTML5 da Google, che prende il nome di Widevine e permette di bypassare plugin come Silverlight/Pipelight, Flash e compagnia cantante per la riproduzione dei contenuti protetti.
Il problema di Widevine, però, è la compatibilità: esso infatti è ufficialmente utilizzabile soltanto tramite il browser Google Chrome, sebbene alcuni sviluppatori siano riusciti a farlo funzionare sotto forma di plugin – in maniera non ufficiale e sicuramente non stabile – anche su Chromium (il browser open source su cui Chrome si basa) e sono sulla buona strada per renderlo compatibile anche con Firefox.
Qui però sorge un altro problema: installare qualcosa di instabile sul sistema operativo, anche se si tratta di un plugin, potrebbe irrimediabilmente compromettere l’integrità del sistema. E non è che sia bello ritrovarsi con un browser che crasha un momento si e l’altro pure…
Morale della favola: guardare Netflix su Linux (insieme a molte altre piattaforme di trasmissione di contenuti protetti) è assolutamente possibile ma non sempre va d’accordo con la filosofia di chi si affida ai sistemi operativi Linux-based.
A meno che, ovviamente, non si scelga di darsi un pizzicotto sulla pancia e di emulare Windows con Virtualbox per godersi qualche film mantenendo intatte le “openness e freedom“ del proprio sistema operativo principale. Questa, tuttavia, è una soluzione che soltanto chi ha un bel po’ di RAM può permettersi.
Dunque a voi la domanda e la parola: sareste disposti a “sporcare” la vostra Linux-box con qualcosa di closed per usufruire di Netflix e compagnia cantante?
L'articolo Guardare Netflix su Linux: scelta sempre coerente? appare per la prima volta su Chimera Revo - News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.
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