In questi giorni, sia a livello di notizie che di meme su internet, non si parla d’altro che della decisione del governo statunitense di bandire Huawei dalla fornitura ed utilizzo di apparati sul loro territorio.
Dopo il seguito che ha dato Google tagliando la licenza di Android per i dispositivi, molti si chiedono quale sarà il futuro degli smartphone prodotti dalla casa cinese: un passaggio alla versione open source di Android senza i servizi di BigG? Lo switch ad un sistema operativo mobile differente? La parte mobile è sulla bocca di tutti.
Ma Huawei non produce solo smartphone: diversi prodotti sono a catalogo, dai telefoni ai tablet, a dispositivi indossabili fino ad apparecchi smart per la casa. E non dimentichiamoci dei portatili!
Già, perchè per la linea MateBook la casa cinese ha ben 7 modelli diversi sul mercato, per diverse esigenze e fasce di prezzo, che hanno però un unico comune denominatore: l’avere Windows come OS preinstallato.
Windows prodotto da Microsoft, altra azienda americana che, ora che Huawei è sulla “entity list” (una lista di aziende cui nessun produttore americato, sia di hardware che di software, può fornire tecnologie senza un esplicito consenso del governo), potrebbe seguire le scelte fatte da Google. In tal caso, con cosa si presenteranno sul mercato questi computer?
Sicuramente l’hardware sarà da rivedere (visto che, ad esempio, sia Intel che Qualcomm e Broadcom non forniranno più componenti all’azienda cinese), ma sarà pronta anche sul fronte software?
Probabilmente, visto che la lotta con il governo statunitense procede da diversi mesi, Huawei sta già sviluppando alternative, sia per quanto riguarda la parte software smartphone che laptop ed è facile supporre che, se proprio questi portatili saranno distribuiti con un OS differente da Windows, questo sarà una qualche distribuzione Linux.
Diciamo che, se sarà così, l’ambiente Linux desktop non potrà che beneficiarne: capita già di rado che grossi produttori offrano Linux come OS alternativo da fornire preinstallato (il Dell XPS 13 Developer Edition è uno di questi), ma addirittura che un’azienda con la forza di mercato di Huawei ne spinga all’adozione inserendolo come unica possibilità sulla sua linea di prodotti porterebbe tantissima attenzione su di esso.
Certo, alternative ci sarebbero per continuare ad utilizzare Windows (potrebbero ottenerne le licenze d’uso da parte di attori terzi che non siano limitati dal governo americano e che possano rivendere all’azienda cinese), ma sicuramente questo impatterebbe sulla complessità di gestione da parte di Huawei e, soprattutto, sull’incidenza di prezzo che questo avrebbe nel prodotto finale; Linux sembra la scelta più logica da seguire.
Al momento, però, son tutte speculazioni, anche se ci si aspetta che Huawei rilasci qualche informazione sul suo futuro nelle prossime settimane. Noi staremo qui, vedendo se questo porterà ad un vero boom dei desktop Linux o se, come successo già in passato, sarà -se sarà- solo un passaggio temporaneo.
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