Google ha scoperto un bug che coinvolge Libarchive, una libreria di de/compressione inclusa di default in tantissime distro GNU/Linux, come Debian, Ubuntu, Gentoo, Arch Linux ma anche in FreeBSD e NetBSD. Libarchive contiene una vulnerabilità che consente l’esecuzione di codice arbitrario.
Tale libreria è presente anche su macOS e Windows ma i sistemi operativi di Apple e Microsoft non sono affetti dal bug.
Linux, e CVE-2019-18408 per Libarchive
Libarchive è una libreria per la lettura e la creazione di file compressi. È un potente toolkit all-in-one per lavorare con file compressi che raggruppa anche altre utility come tar, cpio e cat rendendolo ideale per un’ampia varietà di operazioni: per questo motivo è così ampiamente adottato su Linux.
La vulnerabilità è stata scoperta dai ricercatori a giugno, utilizzando le piattaforme Fuzzing e OSS-Fuzz ed è stata identificata con CVE-2019-18408. Il bug consentiva a un utente malintenzionato di eseguire codice arbitrario su un sistema vulnerabile tramite un file compresso appositamente predisposto.
La lista di utilities, browsers, processing tools, etc che usano tale libreria è molto lunga: pkgutils, Pacman, CMake, Nautilus, Samba, etc. Ad oggi non si è a conoscenza di alcun exploit che sfrutti questa vulnerabilità o di tentativi di sfruttamento in the wild.
La vulnerabilità comunque è già stata risolta: è però necessario aggiornare la propria distribuzione Linux alla versione 3.4.0 di Libarchive.
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