Le distribuzioni che ognuno di noi utilizza nel quotidiano possono dirsi distro Linux, o meglio, GNU/Linux. Ma cosa c’era prima? Cosa ha portato alla nascita di BSD e MacOS? In questo articolo vi riporto, sinteticamente, il percorso che, dall’originario sistema Unix, ha portato il pinguino a diventare il sistema operativo più utilizzato nella moderna società tecnologica.
Unics: genesi
Il primo rilascio di Unix risale al 1969, presso Bell Labs, una società di ricerca e sviluppo di proprietà di AT&T. Ken Thompson e Dennis Ritchie utilizzarono come linguaggio di programmazione l’assembly, su un minicomputer modello Programmed Data Processor-7. A quel tempo, in realtà, si chiamava ancora Unics, acronimo di UNiplexed Information and Computing Service, e fu solo in un secondo momento che decisero di sostituire la cs finale con una x per prendere le distanze dalle complessità di un progetto precedentemente abbandonato, Multics.
Dopo soli quattro anni, come se non bastasse, Dennis decise di scrivere un’altra fondamentale pagina della storia dell’informatica: realizzò insieme al suo team della Bell Labs un nuovo linguaggio, con lo scopo di utilizzarlo per la riscrittura di Unix, il C. Nel 1973, quindi, fu rilasciata la versione 4 di Unix, riscritta nel linguaggio di programmazione C. Ciò ha permesso il suo porting su piattaforme diverse dall’originario PDP-7, costituendo di fatto il primo software della storia ad essere in grado di funzionare in più ambienti.
A causa di un decreto stipulato tra AT&T ed il governo degli Stati Uniti nel 1956, l’azienda, in quanto monopolista nel suo settore, doveva rimanere fuori da qualsiasi attività diversa dalla fornitura di servizi di comunicazione. Di conseguenza, potevano acquistare in licenza i prodotti di Bell Labs, ma non potevano produrli né commercializzarli. Questo significava niente campagna di marketing, niente supporto né correzione dei bug. Quindi, in origine, il sistema operativo Unix, distribuito gratuitamente come codice sorgente, aveva come costo d’uso solo la spedizione e l’imballaggio. Fu un incredibile successo. Ben presto, infatti, il sistema si diffuse prima in ambito universitario e militare, successivamente anche nel mondo commerciale.
1983: BSD, SunOS ed un giovane ricercatore del MIT
Nel 1982, a seguito di un altro decreto, AT&T fu costretta a cedere il controllo di Bell, e fu poi suddivisa in società più piccole, regionali. La perdita dello status di monopolista permise all’azienda di commercializzare formalmente Unix. L’anno successivo, quindi, furono aumentati i canoni di licenza e Unix iniziò ad essere commercializzato senza codice sorgente, ma con supporto e manutenzione. Fu proprio questa la vicenda che spinse Richard Stallman a creare il progetto GNU, con l’obiettivo di scrivere una versione di Unix che fosse completamente libera dal codice sorgente di AT&T.
Nello stesso periodo, inoltre, alcune società ottennero delle licenze di utilizzo del codice da parte di AT&T, mentre altre si affidarono al ramo di sviluppo creato dall’Università di Berkeley, che continuà a sviluppare la propria versione di Unix, utilizzando il codice sorgente della versione del sistema operativo precedente la commercializzazione. Fu proprio così che nacquero una miriade di versioni diverse di Unix. SunOS, ad esempio, era proprio una di queste, e portò alla fondazione di Sun Microsystems nel 1982. Pochi sanno che anche Microsoft pubblicò una sua versione di Unix, che chiamò XENIX.
Unix divenne così il sistema operativo di riferimento per i carichi di lavoro critici in settori come quello sanitario, bancario e aerospaziale. Anche le università di tutto il mondo lo adottarono ampiamente. Il punto di svolta, poi, si ebbe con il porting su processore Intel 80386 nel 1985. Unix era ora disponibile anche sui personal computer, se si era disposti a pagarne la licenza.
GNU slash Linux
La fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta furono gli anni di lunghe e disordinate diatribe per il dominio e la standardizzazione tra le varie versioni di Unix. Ovviamente, tutti volevano essere quelli considerati il gold standard.
Questo periodo provocò non poche incertezze nei consumatori, e le vendite rallentarono non di poco. Nel 1991, tuttavia, uno studente finlandese di informatica annunciò che stava lavorando su un kernel per il sistema operativo come hobby. La sua motivazione era imparare l’architettura della CPU 386.
Il progetto GNU di Richard Stallman aveva scritto molti degli elementi di un sistema operativo simile a Unix, ma il loro kernel, GNU Hurd, non era pronto per il rilascio. Il kernel Linux di Linus Torvalds ha colmato questa lacuna. Da allora Linux è cresciuto costantemente in capacità, completezza e stabilità. La distribuzione più vecchia che è ancora mantenuta è Slackware, rilasciata nel 1993. L’attrazione di un sistema operativo simile a Unix a costo zero, insieme all’accesso al codice sorgente, si rivelò una combinazione convincente. Linux, oggi, è ovunque. Web, cloud, supercomputer, vettori spaziali, smartphone, reti, auto e televisori. Ovunque era Unix, ed oltre.
Unix, tuttavia, non è morto. IBM, ad esempio, è una delle ultime aziende a commercializzarne una sua versione, denominata AIX. Unix è ancora là fuori, esegue sistemi critici che funzionano correttamente e operano in modo stabile. È ancora ampiamente utilizzato nei data center aziendali. Sta ancora eseguendo applicazioni chiave e complesse per le aziende. Ciò continuerà ancora a lungo, almeno fin quando non cesserà il supporto per le applicazioni, i sistemi operativi o la piattaforma hardware.
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