Come accedere ad una memoria di massa remota anche senza essere amministratore e anche via WiFi o non modificare il file /etc/fstab o altro?
Abbiamo diversi sistemi in Linux ma vi dico i due più comodi: Samba e SshFs.
Ringrazio:
N2k e il suo blog
http://www.n2h.it/unixlinux/montare-un-filesystem-remoto-via-ssh-su-linux-ubuntu/
>e la comunità Arch
https://wiki.archlinux.org/index.php/Sshfs_%28Italiano%29
1. Troviamo l’unità
Nell’esempio che useremo abbiamo già configurato Samba e vogliamo vedere una chiavetta USB montata sul nostro router
Per prima cosa dobbiamo sapere dove è questa memoria, quindi il suo IP e installiamo una utilità: NMap.
La troviamo qui:
https://software.opensuse.org/package/nmap
Logicamente
1) Inserire una memoria USB nella porta USB del router.
2) Accendere sia il router WiFi, sia il computer.
3) Aprire un terminale e impartire il comando:
nmap 192.168.1.0/24 | grep 192.168
Nota: Gli diciamo di scannerizzare tutte le porte e IP connessi nel range IP 192.168.1.0/24 e tenere (grep) solo quelle righe che abbiano “192.168”. Questo per non impazzire fra 10’000 righe!
Esempio di risposta:
opensuse13k1b64@linux-gid6:~> nmap 192.168.1.0/24 | grep 192.168
nmap scan report for dsldevice.lan (192.168.1.1) Nmap scan report for 192.168.1.2 Nmap scan report for android-a78090f48ec4a246.lan (192.168.1.3) All 1000 scanned ports on android-a78090f48ec4a246.lan (192.168.1.3) are closed Nmap scan report for 192.168.1.5 All 1000 scanned ports on 192.168.1.5 are closed opensuse13k1b64@linux-gid6:~>
Notate che alla seconda riga (Nmap scan report for 192.168.1.2) trova qualcosa e alla terza riga dice di aver trovato “Nmap scan report for android-a78090f48ec4a246.lan (192.168.1.3)” ovvero un dispositivo Android di cui la 192.168.1.3 (alla quarta riga) è chiusa, poi una 192.168.1.5 che però (alla quinta riga) trova chiusa.
Bene la 192.168.1.2 è quasi sicuramente la chiavetta ed è aperta!
Nota: Sappiate che il IP 192.168.1.1 e 192.168.1.44 sono di solito accessi diretti al router, quindi non ci servono.
2. Usare Samba
Vogliamo aprire Dolphin (il file manager di KDE) e vedere dentro?
Da terminale, impartiamo il comando su KDE:
dolphin
Così il file-manager (nel caso dell’esempio, Dolphin) verrà aperto mostrando il contenuto della memoria di massa USB.
Possiamo anche aprire normalmente Dolphin e digitare sulla riga di path
Nota: “smb” è per Samba, dunque attraverso la strada “smb://” e poi il IP (nel esempio 192.168.1.2) possiamo esplorare la chiavetta.
Logicamente se il dispositivo Android (dalle sue impostazioni) fosse aperta una porta potevamo esplorare anche quel dispositivo.
Samba (suo “papà” è IBM) è comodissimo e inoltre pienamente supportato da Suse, ma se vogliamo fare di più con altro?
3. Usare SSHFS
Abbiamo sshfs che troviamo qui:
https://software.opensuse.org/package/sshfs
SSHFS è un client file system basato sulla SSH File Transfer Protocol. Poiché la maggior parte dei server SSH già supportano questo protocollo è molto facile da configurare: Ovvero sul lato server non c’è niente da fare. Sul lato client di montare il file system è semplice come l’accesso al server con OpenSSH (SSH).
ATTENZIONE: Controlliamo che abbiamo FUSE installato (di solito è di base su OpenSuse ma non si sa mai) con il comando da terminale:
lsmod | grep fuse
Se esiste dovrebbe dare questo (lasciate stare i numeri che possono essere diversi):
fuse 106496 3
Nel caso contrario lo troviamo qui:
https://software.opensuse.org/package/fuse
3.1. Via alle danze sshfs
Operiamo da terminale:
mkdir -p /mnt/sshfs/
sshfs 192.168.1.2:/ /mnt/sshfs
Ovviamente lo troveremo montato nella cartella /mnt/sshfs/
Se volete potete scegliere un altra cartella o con un altro nome ma vi consiglio di montarla sempre sotto /mnt .
Volendo invece di usare il IP possiamo usare il nome macchina e utente: Nel caso “remote-user@” è l’utente l’utente autorizzato ad accedere al server remoto “remote-machine“ e può essere sostituire nell’esempio il 192.168.1.2, esempio:
sshfs remote-user@remote-machine:/some/directory /mnt/sshfs
“/some/directory” è la cartella del dispositivo remoto dove vogliamo giungere direttamente, ovviamente se vogliamo andare alla “base” è / .
La sintassi generale del comando è questa:
sshfs NOMEUTENTE@NOMEMACCHINA_O_INDIRIZZOIP:/PERCORSO PUNTO_DI_MOUNT_LOCALE OPZIONI_SSH
Logico che dobbiamo registrare il nome utente e nome della macchina e potete vedere qui come fare.
Se invece vogliamo accedere attraverso una specifica porta (esempio la 9876):
sshfs NOMEUTENTE@NOMEMACCHINA_O_INDIRIZZOIP:/home/sessy /mnt/sshfs -C -p 9876
Nota: Assicurarsi prima di connettersi, di aver impostato i giusti permessi sui file, per le cartelle locali dove si vuole effettuare il mount di una cartella remota. Esempio: non lasciare che l’unico proprietario sia root! Sarà possibile utilizzare il comando di mount anche come utente normale, dovrebbe funzionare correttamente. richiederà la password, se necessaria!
3.2. Per smontare sshfs
Per smontare (ricordatevi!)
fusermount -u /mnt/sshfs
3.3. Effettuare l’umount sshfs
Sintassi per effettuare l’umount delle cartelle remote:
fusermount -u PUNTO_DI_MOUNT_LOCALE
Esempio:
fusermount -u /mnt/sshfs
Si può usare anche il comando umount che è più rapido ma fa meno controlli nello smontaggio, quindi preferite sempre fusermount.
4. Conclusione
Penso di avervi detto tutto nel caso segnalatelo.
Ciaoooooooooooooooooooooooooo
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