Con l’emergenza Covid-19 e la conseguente necessità di limitare incontri personali e spostamenti, si è fatto molto ricorso a pratiche come lo smartworking, videoconferenze, teledidattica, webinar ecc. In questo contesto la piattaforma per videoconferenze Zoom (installabile anche su computer GNU/Linux) ha avuto una vera e propria impennata del numero di utenti. Ciò ha però amplificato alcune criticità dovute da un lato a problemi di sicurezza e privacy presenti nella piattaforma (alcuni risolti), dall’altro agli stessi nuovi utenti, che si sono trovati impreparati nel gestire le molteplici configurazioni (portando spesso a situazioni poco piacevoli). Basterà fare una rapida ricerca su Google per sapere di cosa sto parlando.
In questo articolo elencherò una lista (breve ed incompleta) di programmi che possono essere usati come alternativa a Zoom su sistemi Linux, sia liberi/open-source sia proprietari, gratuiti oppure a pagamento.
Skype
Software che non ha bisogno di presentazioni. Nato originariamente per telefonate voip in ambito principalmente “consumer”, da quando è stato acquisito da Microsoft ha sempre più strizzato l’occhio all’utenza professionale e aziendale. Quasi la storia opposta a quella di Zoom, nato avendo come riferimento l’ambito lavorativo, ma che ora viene utilizzato sempre di più dagli utenti comuni.
Skype può gestire fino a 50 persone in una singola videochiamata e, per questo, può tornare utile per le riunioni di lavoro o lezioni.
Negli ultimi anni, con il rilascio delle versioni recenti (che lo hanno reso “sotto il cofano” una webapp, detto in termini molto semplificati), sono quasi del tutto scomparsi i vari problemi che affliggevano la versione per Linux.
BlueJeans
Meno famoso di Zoom, ma abbastanza usato in ambito aziendale. È infatti uno dei suoi principali competitor, almeno fra quelli che offrono app desktop anche per Linux. Come Zoom ha diverse funzionalità aggiuntive (integrazione con Outlook, Skype, streaming su Facebook ecc.) e diversi piani di acquisto, che variano a seconda delle opzioni desiderate.
Presente in due versioni principali, Meetings e Events. Purtroppo per quest’ultima, quella dedicata a webinar e grandi videoconferenze, non viene distribuito il pacchetto di installazione per Linux (indispensabile per moderatori e relatori), ma le funzionalità sono comunque accessibili utilizzando Google Chrome.
Discord
È famoso per essere utilizzato soprattutto da gamers e youtubers, ma nulla vieta di utilizzarlo per altri scopi come meeting, lezioni, piccole conferenze ecc.
Il limite dei partecipanti varia a seconda delle impostazioni e delle funzionalità (creazioni di canali, server ecc.).
Il suo principale vantaggio risiede nel fatto che è gratuito (chiaramente se non si usano opzioni e funzionalità avanzate, per le quali è previsto invece il pagamento).
Jitsi Meet
È una piattaforma del progetto Jitsi, completamente open-source. Si tratta di una delle soluzioni più interessanti, poiché offre gratuitamente delle funzionalità che di solito sono fornite a pagamento oppure con restrizioni. Dal lato utente l’utilizzo è molto semplificato: per avviare un meeting infatti basta aprire un browser per collegarsi al sito (quindi senza dover installare alcun programma), creare una stanza (non servirebbe neanche creare un account) e invitare altri utenti. Il tutto senza limiti di utenti e di tempo, con possibilità di registrare il video, condividerlo su YouTube ecc.
Jami
Completamente libero (è un progetto GNU), ha la caratteristica di essere server-less, ossia completamente decentralizzato e distribuito utilizzando il peer-to-peer. Al primo utilizzo viene generato un ID, registrato tramite blockchain. Per comunicare con altri utenti l’applicazione fa una ricerca delle blockchain per controllare se risultano online e, quindi, contattabili. Gestisce la criptografia end-to-end e le chiamate di gruppo. Quest’ultime sono illimitate (l’unico limite effettivo è la banda).
Wire
È un’altra piattaforma open-source, ma non gratuita. Offre delle soluzioni interessanti al pari di altre piattaforme simili (screen e file sharing, strumenti amministrativi, profili multipli ecc.), nonché diversi piani di acquisto.
Essendo però il codice sorgente disponibile (sotto licenza GPL 3.0), gli utenti più esperti e “smaliziati” possono compilarlo ed usufruirne liberamente.
Riot
È un software open-source (licenza Apache 2.0) e gratuito, multipiattaforma, utilizzabile sia da browser che da app desktop.
Le audio/video-conferenze sono gestite all’interno di apposite rooms ed è possibile utilizzare tutte le funzionalità più comuni (come ad esempio il file sharing, in crittografia end-to-end). Molto interessante è la possibilità di integrare Riot con piattaforme terze (IRC, Slack, Twitter, Gitter e altre). Può essere anche installato ed eseguito su propri server, anziché su quelli della piattaforma.
Leggi il contenuto originale su Pinguini per caso