Sono passati 6 mesi dalla chiamata alle armi degli sviluppatori di Lubuntu, a caccia di tester per la versione a 32bit. Evidentemente, la ricerca non ha prodotto i risultati sperati
Con una comunicazione sul blog di Lubuntu viene data notizia dell’abbandono, a partire dalla prossima release (la 19.04):
After careful consideration, we regret to inform our users that Lubuntu 19.04 and future versions will not see a release for the i386 architecture. Please do note that we will continue to support Lubuntu 18.04 LTS i386 users as a first-class citizen until its End of Life date in April of 2021.
Dopo un’attenta valutazione, ci dispiace informare i nostri utenti che Lubuntu 19.04 e le versioni future non vedranno un rilascio per la architettura i386 (come viene indicata in ambito Debian/Ubuntu l’architettura a 32 bit).
Per favore, prendete nota che continueremo a dare supporto agli utenti di Lubuntu 18.04 LTS i386 come cittadini di prima classe fino alla data del suo Fine Vita nell’aprile del 2021.
Semplicemente ormai i computer a 32 bit sono dinosauri, ed anche sistemi operativi come Lubuntu, creati specificamente per sistemi con poche risorse, oramai girano su PC a 64bit (anche economici). E la gestione di un’architettura non più diffusa porta più problemi che benefici.
Valgono comunque due precisazioni:
- stiamo parlando dell’intero sistema operativo, e non dei singoli programmi/pacchetti. Per fare un esempio, STEAM è distribuito a 32bit e, sfruttando la capacità dei processori a 64bit di gestire questi programmi, i singoli pacchetti saranno ancora supportati
- parliamo sempre e comunque di processori x86: le altre architetture (arm in testa) sono tutte un’altra storia.
Con Lubuntu esce di scena l’ultimo derivato di Debian/Ubuntu a supportare i 32bit: prima o poi doveva accadere, ma perdere una possibilità lascia sempre un po’ di amaro in bocca.
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