Nella giornata di ieri è stato rilasciato l’attesa – e consueta – release semestrale di Ubuntu, la 18.10. Di fatto rappresenta un aggiornamento di tutto il parco software che costituisce la distribuzione, con le ultimissime versioni. Giusto per fare qualche esempio:
- Kernel 4.18 (e quindi con anche le varie protezioni per Spectre et similia);
- GCC versione 8
- Mesa 18.2
- X.Org Server 1.20.1
- OpenSSL 1.1.1
- OpenJDK 11
- Gnome 3.30
- LibreOffice 6.1.2
Non è difficile immaginare che nelle prossime point release verranno ulteriormente aggiornati, ma quello che manca ancora è il salto da X.Org a Wayland: presente, ma ancora non è la selezione di default. La scelta è sicuramente dettata dal voler garantire la maggior compatibilità dei driver possibile, ed è facilmente selezionabile il tipo di server grafico da usare al login della sessione, ma per vedere questo cambiamento dovremo attendere almeno la prossima versione, la 19.04.
Anche il DB PostgreSQL si aggiorna: dopo beta e RC delle settimane scorse, ieri è stato il gran giorno anche per la versione 11 del noto database open-source.
Quello che può essere considerato come il più agguerrito antagonista di MySQL annuncia migliorie in tutte le prestazioni del suo prodotto, dall’affidabilità alla velocità e capacità di esecuzione delle query, ma anche in questo caso è la mancanza di un componente ad attirare l’attenzione: la compilazione JIT (Just In Time) delle query.
Per chi non lo sapesse, la tecnica JIT permette a delle espressioni di essere convertite (compilate) in linguaggio eseguibile dal programma appena prima (giusto in tempo, traduzione letterale) l’effettiva esecuzione, e solo se richiesto. Questo in generale permette prestazioni migliori in quanto spesso non è necessario interpretare tutta l’espressione per poterla soddisfare, risparmiando potenza computazionale e tempo, e ne permette l’esecuzione fin da subito, senza dover aspettare che ne sia completata la conversione.
Anche in questo caso, però, la funzione non è assente: è solo disabilitata di default. Chi vorrà provarla e testarne le prestazioni dovrà solo fare una modifica di configurazione.
La sensazione è che la tecnologia open-source vada avanti, sempre, ma che il marketing cominci a prendere piede, con i prodotti (e cambiamenti) annunciati rimandati in quanto non pronti.
Non ci resta che sperare nel 2019, e vedere se le promesse verranno mantenute.
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