La notizia è arrivata ieri, in una serata qualunque di una domenica qualunque del mese di ottobre. IBM ha dei piani per acquistare Red Hat. E di lì a poco sono arrivate le conferme, prima da parte di IBM e poi da parte di Red Hat. L’accordo c’è, si farà, non è una boutade, è realtà.
Così il presidente e CEO di Red Hat, Jim Whiterust:
Joining forces with IBM will provide us with a greater level of scale, resources and capabilities to accelerate the impact of open source as the basis for digital transformation and bring Red Hat to an even wider audience – all while preserving our unique culture and unwavering commitment to open source innovation
Unire le forze ad IBM ci porterà ad un livello superiore di scalabilità, risorse e capacità per accelerare l’impatto dell’open-source come base della digital transformation, esponendo Red Hat ad una audience ancora più ampia – Il tutto preservando la nostra unica cultura e la costante dedizione verso l’innovazione dell’open-source
Così il presidente e CEO di IBM, Ginni Rometty:
The acquisition of Red Hat is a game-changer. It changes everything about the cloud market, IBM will become the world’s #1 hybrid cloud provider, offering companies the only open cloud solution that will unlock the full value of the cloud for their businesses.
L’acquisizione di Red Hat è estremamente significativa. Cambia tutto del mercato Cloud, IBM diventerà il primo provider di cloud ibridi al mondo, offrendo alle aziende l’unica soluzione cloud aperta per liberare il pieno potenziale del cloud per il loro business.
Ora, senza giocare a trova le differenze, c’è una sostanziale differenza nella caratura dei due annunci: Joining versus Acquisition. Unire le forze, dice chi è stato comprato, acquisire risorse, dice il compratore. Pertanto che ne sarà quindi di Red Hat? Le parole di Whiterust, che pretende di preservare la cultura Redhattiana all’interno del contesto da big corporation di IBM lasciano il tempo che trovano: sarà solo alla prova dei fatti che tutto questo sarà verificabile. Vero è che sarebbe sconveniente per IBM smantellare quanto di buono c’è in Red Hat, ma un fatto su tutti rimane, anzi due:
- Il fatturato di IBM è di 79 miliardi, quello di Red Hat è quasi di 3.
- Ad IBM interessa avere un prodotti per il cloud ibrido, quello hanno comprato, quello venderanno, di tutto il resto non è dato di sapere.
Interessante analizzare in tutto questo la posizione dell’altro grande competitor open-source: Mark Shuttleworth sarà arrabbiato o si starà fregando le mani? Aver predisposto Canonical per una potenziale acquisizione e vedere IBM comprare invece Red Hat gli farà rivedere i piani? Oppure questa annessione del principale competitor farà di Canonical, quindi di Ubuntu, quindi di JuJu/OpenStack il nuovo re della piazza?
Non è dato di saperlo, c’è solo da attendere. Nel frattempo i numeri: pare che il deal verrà chiuso intorno ai 33 miliardi di dollari, IBM pagherà 190 dollari ciascuna azione, mentre il valore attuale della singola azione di Red Hat è 116 dollari circa.
Chiudiamo con una delle altre dichiarazioni strappate a Rometty:
We will scale what Red Hat has deeply into many more enterprises than they’re able to get to
che volutamente non traduciamo. Anzi, sì: apri i portelli, HAL.
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