24 gennaio 1984. È questa la data che segna il più grande cambiamento avvenuto nel mondo dell’informatica: il 24 gennaio di 30 anni fa, infatti, era il giorno prescelto per la presentazione del primo Macintosh, il primo computer con una interfaccia grafica, anziché testuale, con tanto di mouse e facilmente utilizzabile da tutti, anche da chi non era un professionista dell’informatica.
Con la presentazione del primo Macintosh Steve Jobs iniziò una vera e propria rivoluzione culturale, portando il computer fuori dai centri di ricerca e dagli uffici per farlo diventare uno strumento alla portata di tutti, uno strumento che permetteva a chiunque di dare vita al proprio genio creativo.
Il Macintosh 128K (nome originale Macintosh, serie Classica) è stato il primo computer con interfaccia grafica e mouse di serie che riuscì a conquistare un vasto pubblico di utenti e ad entrare prepotentemente nel mercato. Con questo grande successo, Apple riscattò l'iniziale tiepida accoglienza riservata all'Apple Lisa, il suo predecessore, e dimostrò che l'idea del concetto di scrivania virtuale, che si basava su di una interfaccia WIMP (Windows, Icons, Mouse, Pointer), era vincente.
Con questa mossa, Apple riuscì a dimostrare che il paradigma WIMP veniva apprezzato a livello mondiale anche da neofiti o da professionisti che non fossero addetti del settore dell'informatica, che un'interfaccia grafica faceva presa e attirava la curiosità di grandi masse e che, infine, la semplicità e intuitività del concetto di mouse associato a una GUI desktop (appunto "scrivania" in inglese) apriva finalmente l'informatica domestica, hobbystica e professionale a un pubblico che, fino a quel momento, era stato timido e restio ad avvicinarsi a quel "misterioso" oggetto (così allora veniva considerato) che è il personal computer, visto come strumento di élite e non di uso comune.
Prima del Mac solo altre due piattaforme avevano offerto di serie il mouse e un'interfaccia grafica: il Lisa della stessa Apple, nel 1983 (primo computer costruito da Apple a disporre di interfaccia grafica e mouse), ma soprattutto lo Xerox Star, presentato nel 1981, un computer veramente all'avanguardia per i suoi tempi ma che non ebbe la fortuna che meritava.
Il Macintosh costituì l'evoluzione dei precedenti modelli di computer. Lisa, rivolto a un'utenza professionale, ebbe un successo limitato a causa dell'alto costo. Macintosh invece riscosse un grande successo commerciale.
La sua interfaccia grafica usava per la prima volta metafore facili da comprendere, quali il cestino, la scrivania, le finestre, gli appunti, aprendo l'uso del computer anche a persone non dedite all'informatica. Per questo motivo il Macintosh è considerato una pietra miliare nello sviluppo dell'industria del computer.
La metafora della scrivania funziona anche per l'azione di spostamento degli oggetti: file e cartelle possono essere spostati in zone diverse del disco semplicemente trascinandoli con il mouse. Se un oggetto è trascinato “nel” cestino, viene cancellato.
All'accensione compare un'icona (metafora del Mac): all'utente è richiesta l'introduzione di un disco contenente il sistema operativo Mac OS. Il boot può avvenire indifferentemente da qualsiasi drive. Se il dischetto inserito è buono, un'icona di un Mac che sorride dà il benvenuto; in caso contrario il drive lo espelle e sul video compare l'icona di un Mac triste.
La principale caratteristica dell'ambiente scrivania è la presenza fissa dei menu sullo schermo.
Il menu mela gestisce le operazioni fondamentali. Contiene una serie di utilità tra cui:
appunti e archivio appunti: consente il trasferimento (mediante i comandi di taglia, copia e incolla) di testi, disegni, fogli elettronici ecc. da un'applicazione all'altra
orologio-sveglia, grazie al quale il sistema fornisce automaticamente data di creazione e ultima modifica di ogni file;
calcolatrice;
blocco degli appunti
pannello di controllo (per regolare l'immagine di sfondo, la velocità del mouse, il volume dell'altoparlante ed altro).
In ambiente scrivania, le istruzioni possono essere date anche da tastiera. Il nome del file può essere lungo fino a 40 caratteri, invece degli 8 abituali. Inoltre, a ciascun file è assegnata un'icona, in modo da renderlo facilmente riconoscibile. I file possono essere visualizzati per icone, in ordine alfabetico, di tipo, di data, di dimensione.
Sulle finestre di dialogo appaiono pulsanti virtuali: dove ce ne sono due, all'utente è richiesta una scelta (per esempio, inizializzare o espellere un dischetto), dove ce n'è uno, all'utente è richiesta una conferma (ad esempio, se appare il messaggio “Questo elemento è protetto o in uso e non può essere eliminato”).
Il primo modello di Mac fu messo in vendita il 24 gennaio 1984, al prezzo di 2.495 dollari. Appena dopo il lancio riscosse molto successo, però alla fine del 1984 le vendite si ridussero a meno di 10.000 unità mensili a causa dei limiti hardware. L'assenza di una ventola faceva surriscaldare in modo anomalo il computer, tanto da conquistare il soprannome di "tostapane beige". Inoltre la scarsa memoria, l'assenza di un hard disk interno e la presenza di una sola unità floppy lo rendevano terribilmente lento.
Nel 1985, la combinazione del Mac col programma PageMaker e con la nuova stampante laser di Apple (la LaserWriter) diedero vita a una soluzione a costo relativamente basso per l'editoria e la grafica pubblicitaria, un'attività che sarebbe diventata nota col nome di desktop publishing. L'interesse per il Mac esplose, tanto che si diffuse ampiamente presso le tipografie, gli studi di grafica e le aziende editoriali.
I modelli dal 1998 al 2006.
Il software esistente per Mac, che era stato scritto per la serie 68000 (compresa molta parte del Mac OS), fu fatto girare sui nuovi modelli dotati di PowerPC grazie a un'emulazione software.
Nel 2001 il Macintosh fece un secondo fondamentale cambiamento, questa volta nel suo sistema operativo, passando dal vecchio Mac OS al nuovo Mac OS X il cui kernel è basato su Unix.
Modelli dell'ultima generazione.
Con sei mesi di anticipo rispetto alle previsioni, il 10 gennaio 2006, durante il tradizionale Keynote del Macworld Expo, Steve Jobs presentò i nuovi iMac e il nuovo MacBook Pro con CPU Core Duo di Intel. Il giorno 7 agosto 2006, dopo soli 210 giorni e ben prima delle aspettative, la transizione ai processori Intel fu completata. Da quel giorno non sono più in commercio sistemi Macintosh con processori PowerPC.
Lo scopo era giocare sui difetti di Windows: i titoli degli spot furono, infatti, Virus, Spyware, Restart e altri (si ricorda, per inciso, che le leggi relative alla pubblicità comparativa negli Stati Uniti, sono molto differenti rispetto a quelle italiane).
Un'interfaccia utente grafica
Le icone, il cestino, una scrivania, ecc.
L'uso di un mouse (o altri dispositivi di puntamento) nei Personal Computer
I concetti di "punta", "clicca" e "trascina" per eseguire azioni con un dispositivo di puntamento
Editing di testi e grafica di tipo WYSIWYG ("what you see is what you get", ovvero "ciò che vedi è ciò che ottieni")
Il floppy disk da 3.5" di serie
Sistema audio integrato nell'hardware (altoparlante compreso)
Un design ergonomico (migliorato ulteriormente con i modelli successivi, in particolare con l'iMac nel 1998)
Lettore CD-ROM, e successivamente SuperDrive, di serie che segnarono la fine del floppy disk col modello iMac del 1998 e l'adozione dello standard USB su tutte le macchine
Videocamera iSight integrata (modello iMac 2005)
Con la presentazione del primo Macintosh Steve Jobs iniziò una vera e propria rivoluzione culturale, portando il computer fuori dai centri di ricerca e dagli uffici per farlo diventare uno strumento alla portata di tutti, uno strumento che permetteva a chiunque di dare vita al proprio genio creativo.
Mac una vera e propria rivoluzione culturale.
Macintosh, anche abbreviato Mac, è una popolare famiglia di computer prodotti dalla Apple Inc. commercializzati a partire dal 1984 e facenti uso del sistema operativo macOS. Deve il suo nome a una popolare varietà di mela ("apple" in inglese), la McIntosh. La scelta del nome è stata attribuita a Jef Raskin, l'esperto di interfacce di computer che ne sviluppò il progetto.Il Macintosh 128K (nome originale Macintosh, serie Classica) è stato il primo computer con interfaccia grafica e mouse di serie che riuscì a conquistare un vasto pubblico di utenti e ad entrare prepotentemente nel mercato. Con questo grande successo, Apple riscattò l'iniziale tiepida accoglienza riservata all'Apple Lisa, il suo predecessore, e dimostrò che l'idea del concetto di scrivania virtuale, che si basava su di una interfaccia WIMP (Windows, Icons, Mouse, Pointer), era vincente.
Con questa mossa, Apple riuscì a dimostrare che il paradigma WIMP veniva apprezzato a livello mondiale anche da neofiti o da professionisti che non fossero addetti del settore dell'informatica, che un'interfaccia grafica faceva presa e attirava la curiosità di grandi masse e che, infine, la semplicità e intuitività del concetto di mouse associato a una GUI desktop (appunto "scrivania" in inglese) apriva finalmente l'informatica domestica, hobbystica e professionale a un pubblico che, fino a quel momento, era stato timido e restio ad avvicinarsi a quel "misterioso" oggetto (così allora veniva considerato) che è il personal computer, visto come strumento di élite e non di uso comune.
Prima del Mac solo altre due piattaforme avevano offerto di serie il mouse e un'interfaccia grafica: il Lisa della stessa Apple, nel 1983 (primo computer costruito da Apple a disporre di interfaccia grafica e mouse), ma soprattutto lo Xerox Star, presentato nel 1981, un computer veramente all'avanguardia per i suoi tempi ma che non ebbe la fortuna che meritava.
Il Macintosh costituì l'evoluzione dei precedenti modelli di computer. Lisa, rivolto a un'utenza professionale, ebbe un successo limitato a causa dell'alto costo. Macintosh invece riscosse un grande successo commerciale.
La sua interfaccia grafica usava per la prima volta metafore facili da comprendere, quali il cestino, la scrivania, le finestre, gli appunti, aprendo l'uso del computer anche a persone non dedite all'informatica. Per questo motivo il Macintosh è considerato una pietra miliare nello sviluppo dell'industria del computer.
Caratteristiche del Macintosh 128.
Tutta la comunicazione fra macchina e utente è prevalentemente visiva, basata su icone e finestre di dialogo. Dal lato dell'utente, lo strumento principale di interazione con la macchina è il mouse, vero e proprio braccio idealmente portato dentro lo schermo, con il quale si possono “afferrare” e muovere gli oggetti mostrati a video. Ad esempio, per lanciare un programma, basta cliccare due volte col mouse sull'icona corrispondente.La metafora della scrivania funziona anche per l'azione di spostamento degli oggetti: file e cartelle possono essere spostati in zone diverse del disco semplicemente trascinandoli con il mouse. Se un oggetto è trascinato “nel” cestino, viene cancellato.
All'accensione compare un'icona (metafora del Mac): all'utente è richiesta l'introduzione di un disco contenente il sistema operativo Mac OS. Il boot può avvenire indifferentemente da qualsiasi drive. Se il dischetto inserito è buono, un'icona di un Mac che sorride dà il benvenuto; in caso contrario il drive lo espelle e sul video compare l'icona di un Mac triste.
La principale caratteristica dell'ambiente scrivania è la presenza fissa dei menu sullo schermo.
Il menu mela gestisce le operazioni fondamentali. Contiene una serie di utilità tra cui:
appunti e archivio appunti: consente il trasferimento (mediante i comandi di taglia, copia e incolla) di testi, disegni, fogli elettronici ecc. da un'applicazione all'altra
orologio-sveglia, grazie al quale il sistema fornisce automaticamente data di creazione e ultima modifica di ogni file;
calcolatrice;
blocco degli appunti
pannello di controllo (per regolare l'immagine di sfondo, la velocità del mouse, il volume dell'altoparlante ed altro).
In ambiente scrivania, le istruzioni possono essere date anche da tastiera. Il nome del file può essere lungo fino a 40 caratteri, invece degli 8 abituali. Inoltre, a ciascun file è assegnata un'icona, in modo da renderlo facilmente riconoscibile. I file possono essere visualizzati per icone, in ordine alfabetico, di tipo, di data, di dimensione.
Sulle finestre di dialogo appaiono pulsanti virtuali: dove ce ne sono due, all'utente è richiesta una scelta (per esempio, inizializzare o espellere un dischetto), dove ce n'è uno, all'utente è richiesta una conferma (ad esempio, se appare il messaggio “Questo elemento è protetto o in uso e non può essere eliminato”).
Il primo modello di Mac fu messo in vendita il 24 gennaio 1984, al prezzo di 2.495 dollari. Appena dopo il lancio riscosse molto successo, però alla fine del 1984 le vendite si ridussero a meno di 10.000 unità mensili a causa dei limiti hardware. L'assenza di una ventola faceva surriscaldare in modo anomalo il computer, tanto da conquistare il soprannome di "tostapane beige". Inoltre la scarsa memoria, l'assenza di un hard disk interno e la presenza di una sola unità floppy lo rendevano terribilmente lento.
Nel 1985, la combinazione del Mac col programma PageMaker e con la nuova stampante laser di Apple (la LaserWriter) diedero vita a una soluzione a costo relativamente basso per l'editoria e la grafica pubblicitaria, un'attività che sarebbe diventata nota col nome di desktop publishing. L'interesse per il Mac esplose, tanto che si diffuse ampiamente presso le tipografie, gli studi di grafica e le aziende editoriali.
I modelli dal 1998 al 2006.
La CPU PowerPC.
Nei primi anni novanta molti ritenevano che l'architettura RISC delle CPU avrebbe presto superato nettamente la velocità, pure crescente, delle CPU del vecchio tipo CISC (come la serie m68k del Mac e la serie x86 di Intel). Venne annunciata un'alleanza tra Apple Computer, IBM e Motorola allo scopo di sviluppare una nuova serie di CPU RISC, detta PowerPC.Il software esistente per Mac, che era stato scritto per la serie 68000 (compresa molta parte del Mac OS), fu fatto girare sui nuovi modelli dotati di PowerPC grazie a un'emulazione software.
Il Mac OS X
Nel 2001 il Macintosh fece un secondo fondamentale cambiamento, questa volta nel suo sistema operativo, passando dal vecchio Mac OS al nuovo Mac OS X il cui kernel è basato su Unix.Modelli dell'ultima generazione.
Il passaggio a CPU Intel.
Durante il Keynote del WWDC 2005, Steve Jobs annunciò il passaggio dai processori PowerPC alle CPU Intel.Con sei mesi di anticipo rispetto alle previsioni, il 10 gennaio 2006, durante il tradizionale Keynote del Macworld Expo, Steve Jobs presentò i nuovi iMac e il nuovo MacBook Pro con CPU Core Duo di Intel. Il giorno 7 agosto 2006, dopo soli 210 giorni e ben prima delle aspettative, la transizione ai processori Intel fu completata. Da quel giorno non sono più in commercio sistemi Macintosh con processori PowerPC.
Lo scopo era giocare sui difetti di Windows: i titoli degli spot furono, infatti, Virus, Spyware, Restart e altri (si ricorda, per inciso, che le leggi relative alla pubblicità comparativa negli Stati Uniti, sono molto differenti rispetto a quelle italiane).
Innovazioni.
Innovazioni introdotte o rese popolari dal Macintosh originale (o dai modelli successivi):Un'interfaccia utente grafica
Le icone, il cestino, una scrivania, ecc.
L'uso di un mouse (o altri dispositivi di puntamento) nei Personal Computer
I concetti di "punta", "clicca" e "trascina" per eseguire azioni con un dispositivo di puntamento
Editing di testi e grafica di tipo WYSIWYG ("what you see is what you get", ovvero "ciò che vedi è ciò che ottieni")
Il floppy disk da 3.5" di serie
Sistema audio integrato nell'hardware (altoparlante compreso)
Un design ergonomico (migliorato ulteriormente con i modelli successivi, in particolare con l'iMac nel 1998)
Lettore CD-ROM, e successivamente SuperDrive, di serie che segnarono la fine del floppy disk col modello iMac del 1998 e l'adozione dello standard USB su tutte le macchine
Videocamera iSight integrata (modello iMac 2005)
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