OpenCompute (di cui abbiamo parlato un po’ di tempo fa) può essere descritta come una community di ingegneri con l’obbiettivo di progettare le apparecchiature per i datacenter più efficienti ed economiche possibili. Si tratta di un progetto definibile opensource, in quanto i progetti sono proposti, discussi, approvati e pubblicati dalla community; chiunque può poi, sulla base di quelle specifiche, produrre un dispositivo. Progetto fondato nel 2011 da Facebook, ne fanno parte nomi come Microsoft, Intel, IBM e AMD (ma anche molti altri).
In generale i dispositivi comprendono i rack (armadi, in italiano), che forniscono alloggio, energia e connettività alle blade (lame), che possono contenere ciascuna tre o quattro chassis, ognuna con 2 o quattro board (schede) dedicate ad un compito specifico, come microserver SOC – potenza di calcolo e RAM -, storage (gestione di una moltitudine di dischi per memrizzare dati) o network (apparati di rete come switch o router). Una matrioska studiata per concentrare la maggior quantità di componenti possibile in poco spazio, permettendo comunque l’accesso al singolo componente.
Ognuno di questi dispositivi ha un suo sistema di controllo, con un suo sistema operativo (a cui spesso ci si riferisce come firmware) per poter gestire (specialmente in remoto) l’apparato stesso. Spesso (ovvero sempre) questi software sono fatti dal produttore specifici per l’apparato, e closed source.
Esiste da tempo un progetto open source per dare un’alternativa ai firmware proprietari: coreboot, ma se finora l’obbiettivo erano i dispositivi consumer (vedi Librem 15, che grazie a coreboot si dichiara il notebook più sicuro al mondo), ora si mette ufficialmente piede nel mondo enterprise.
Nell’ultima versione di sviluppo, infatti, è comparso il supporto per apparati OCP (OpenCompute Project); nello specifico si tratta di due prodotti di Facebook:
- Mono Lake
una blade SOC con CPU Intel Xeon D1500, 32GB RAM e 128GB di disco per l’avvio e il log locale
- Wedge 100
un TOR (Top Of Rack) switch, ovvero il principale dispositivo di rete di ogni armadio; basato su un singolo chip D1500, fornisce 28 porte in varie configurazioni e tipo di cablaggio, con prestazioni fino a 100G
Entrambi i dispositivi sono studiati per integrarsi con un altro prodotto di Facebook per OPC, ovvero lo chassis Yosemite, che permette di includere 4 board Mono Lake ed offre 2 interfacce di rete da 25G l’una.
In conclusione, anche se questi dispositivi sono concepiti da Facebook limitatamente ai propri scopi, il supporto ufficiale di un firmware open per dispositivi di così alta gamma con specifiche open ci riempe di belle speranze!
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