CUPS, ovvero Common Unix Printing System, è sulla scena da parecchio tempo: rilasciato inizialmente nel 1999 è diventato lo standard de-facto per la stampa sui sistemi Unix (Linux compreso).
Basato sul protocollo IPP (Internet Printing Protocol), il fatto di essere rilasciato come open source, con licenza GPL, e l’ampia compatibilità con le stampanti esistenti (grazie al supporto di driver compatibili PostScript Printer Description -ampiamente affermato come standard-) lo ha reso subito la scelta primaria per molte distribuzioni Linux come Red Hat o Debian, per citarne alcune.
L’essere così ben affermato in ambiente Linux ed Unix ha portato anche Apple, nel 2002, ad utilizzarlo come sistema principale di stampa per il suo sistema macOS (ai tempi Mac OS X).
Ed è stata una scelta molto apprezzata dall’azienda di Cupertino, così tanto che qualche anno dopo, nel Febbraio 2007, l’azienda di Jobs ha deciso non solo di acquistare il codice sorgente di CUPS dal suo sviluppatore Michael Sweet, ma anche di assumere lo sviluppatore stesso e metterlo a capo del progetto CUPS, mantenendo continuità nello sviluppo e continuando a rilasciare il codice sorgente con la stessa licenza GPL.
L’annuncio di questi giorni fatta dalla stessa Apple sulla pagina principale del progetto CUPS è che con la nuova versione, la 2.3, il codice sarà mantenuto open source, ma non verrà più rilasciato sotto licenza GPL, optando per Apache License 2.0.
Seppur non è dato sapere il motivo di questa scelta, possiamo fare considerazioni a riguardo: mantenendo il codice open source, ma modificando la licenza da GPL ad una comunque compatibile come la Apache License 2.0, Apple può continuare a garantire l’accesso al codice da parte della comunità (con tutti i benefici che ne riguardano) evitando l’effetto “di propagazione” tipico della GPL stessa.
Questa è la mia opinione, e secondo me fino a quando il codice rimane accessibile, si può optare per la soluzione che si preferisce. Voi che ne pensate?
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