Google sicuramente ha aiutato a definire internet così come lo conosciamo, arrivando in alcuni casi a diventare sinonimo di internet stesso (quante volte qualche nostro parente ci ha chiamato perchè “non andava più Google”?).
Seppur con i suoi prodotti si pone come a paladino della libertà degli utenti e dell’open source, e nonostante l’incredibile lavoro che abbia innegabilmente fatto per quest’ultimo, spesso inciampa e mostra quello che è uno dei suoi lati, uno di cui “tutti” siamo a conoscenza ma che viene mostrato di meno: quello del controllo.
E’ il caso di parecchi utenti di Android Pie, l’ultima versione di quello che è tra i più diffusi sistemi operativi mobile, che la settimana scorsa si sono visti attivare sul telefono la funzione di Battery Saver.
Seppur la funzione di per se non è male (permette di risparmiare batteria disattivando alcune funzionalità come le notifiche o i servizi di localizzazione quando il telefono non è in uso), la cosa ha lasciato perplessi molti utenti: bug del nuovo sistema? O cosa?
La risposta è arrivata su Reddit da parte di Google stessa:
This was an internal experiment to test battery saving features that was mistakenly rolled out to more users than intended. We have now rolled battery saver settings back to default. Please configure to your liking. Sorry for the confusion.
E’ stato un esperimento interno per testare le funzionalità di risparmio batteria che per errore è stato distribuito a più utenti di quelli previsti. Abbiamo ripristinato le impostazioni di risparmio batteria al default. Gentilmente, configuratele come preferite. Scusate per la confusione
Che l’errore ci possa stare va anche bene, però questa è l’ammissione che Google stessa ha modificato non una, ma ben due volte le impostazioni dei cellulari Android da remoto, il tutto senza alcuna notifica agli utenti.
Certo, si potrebbe obiettare che forse questa possibilità ce l’hanno solo sui terminali Pixel, che vendono solo loro (e che comunque non giustificherebbe l’accaduto), ma è difficile credere che sia una qualche feature legata all’hardware, bensì è più facile pensare ad un accesso software (backdoor?) che la stessa Google ha su tutti i nostri dispositivi (o, per lo meno, su quelli che eseguono Android).
E, personalmente, questo mi fa abbastanza rabbrividire; è dunque palese che non solo Google ha accesso costante a tutti i suoi dispositivi, ma può anche pilotarli da remoto. Le finestre che questo apre alla privacy sono gigantesche: cosa vieta di riattivare i servizi di localizzazione (magari disattivati consciamente da un utente) per sapere dove si trova? Oppure configurare segretamente una VPN per far passare tutto il traffico da un loro server? E, soprattutto, cosa può succedere se l’accesso a questa “sala comando” viene compromesso, e tutte queste informazioni finiscono nelle mani di un qualche tipo di malintenzionato?
La notizia è stata anche commentata da Kate Bevan, scrittrice per Which? Computing Magazine:
I noticed the other day that suddenly my battery saver was on and I was a bit puzzled by it […]
I don’t want any app or operating system reversing decisions I’ve made – unless I know why they are doing it. […]
It’s about transparency and consent – it may well be a good idea that a change is being made but I still want to know why […]
Ho notato l’altro giorno che improvvisamente il risparmio batteria era attivato e questo mi ha lasciato perplessa […]
Non voglio che alcuna app o sistema operativo cambi decisioni che io ho preso – a meno che non sappia perchè lo fa […]
Riguarda la trasparenza ed il consenso – può essere una buona idea che venga fatta quella modifica ma comunque voglio saperne il motivo
Con le teorie complottistiche potremmo riempire pagine e pagine di questo blog, ma non è questa l’intenzione: l’importante è far riflettere, capire che tutti, anche la “buona” Google, ha sempre un ritorno da quello che ci fornisce, sia esso alla luce del sole, o in qualche console remota di un datacenter.
[Un ringraziamento all’utente Kim Allamandola per la segnalazione]
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