Il mese scorso Matthew Miller, presidente del Fedora Council, ha avanzato la proposta di includere da Fedora 30 in avanti un sistema per il quale venisse generato un UUID univoco al sistema utilizzato solo da DNF (il package manager di Fedora) per stimare con maggiore precisione il numero e la tipologia dei propri utenti.
Questo sistema non conterebbe solo il numero degli utenti ma fornirebbe anche informazioni sul tipo di installazione come ad esempio la durata: un container o una cloud instance oppure un’installazione a lungo termine su una workstation/server.
A dirla tutta, questa non è una novità; openSUSE infatti utilizza un metodo molto simile per generare metriche relative alle installazioni.
Miller ha spiegato che, riuscendo ad avere informazioni più accurate, sarà possibile gestire meglio i fondi e le risorse dedicate al progetto, specialmente dopo l’acquisizione da parte di IBM nei mesi scorsi.
La community non ha particolarmente gradito la proposta dell’utilizzo di un UUID legato al sistema ed il Fedora Project ha ascoltato.
Un paio di giorni fa la FESCo (Fedora Engineering and Steering Committee) ha approvato le modifiche a DNF per consentirgli sì di generare metriche ma, invece di utilizzare un UUID, utilizzerà un countme bit che verrà aggiornato ogni settimana circa.
La modifica è prevista in concomitanza del rilascio di Fedora 30 ma conoscendo gli amici di Fedora, forse risulterà più probabile l’inclusione in Fedora 31, prevista per questo autunno.
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