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Facebook ha aiutato l'FBI a rintracciare un pericoloso pedofilo che agiva indisturbato sul web forte dell'anonimato garantito da Tails, e lo ha fatto commissionando ad una società di terze parti un exploit in grado di sfruttare una vulnerabilità di Tails.
L'FBI aveva tentato di hackerare il computer del predatore sessuale senza riuscirci. Facebook dal canto suo è corsa ai ripari pagando uno società terza (si parla una compenso a sei cifre) per aiutare a sviluppare un exploit zero-day in Tails: un bug nel lettore video che permette di recuperare il vero indirizzo IP del soggetto incriminato non appena questo andava a riprodurre un video. Il materiale è stato trasmesso all'FBI che ha fatto in modo che una delle vittime inviasse al predatore sessuale l'apposito video modificato.
Facebook non ha mai notificato la falla di sicurezza agli sviluppatori di Tails che, solo ora grazie ai media, hanno appreso della vicenda e hanno dichiarato di non sapere quale vulnerabilità sia stata utilizzata.
Per maggiori informazioni:
Facebook Helped the FBI Hack a Child Predator
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