Buone novelle giungono dal Fedora Project che il 25 settembre ha rilasciato la beta di Fedora 29 introducendo, come sempre, molte delle nuove caratteristiche che saranno poi presenti nelle future versioni di RHEL.
Con la release 29 fa il suo debutto anche una versione, la Silverblue che sostituirà quella che una volta era la Fedora Atomic Workstation.
Silverblue è stato sviluppato con un occhio di riguardo per i flussi di lavoro sviluppati sui container e che utilizza il package manager rpm-ostree per gestire gli aggiornamenti incrementali (atomic).
Come si legge sulla documentazione, rpm-ostree è un package manager ibrido che supporta il layering ovvero la possibilità di estendere i pacchetti base forniti dal proprio repository con dei pacchetti di propria scelta. Avete bisogno di driver di terze parti? Di moduli extra per il kernel? Con questo sistema i pacchetti layered resteranno persistenti anche durante gli upgrade ed i deploy.
Altra killer feature per gli sviluppatori è sicuramente la modularità. Questa caratteristica non è nuova, aveva già fatto il suo debutto in Fedora 28 ma solo ed esclusivamente sull’edizione server. In questa release la funzione è stata estesa a tutte le versioni, incluse le diverse spins.
Si aggiunge il supporto per nuove architetture come FPGA (Field Programmable Gate Arrays, tecnologia molto utilizzata in campo scientifico ed elettronica industriale) mentre vengono abbandonate piattaforme come ppc64 (PowerPC). Fedora non si ferma qui e diventa ancora più ARM friendly migliorando il supporto ZRAM per lo swap su ARMv7 e aarch64.
Lato sicurezza invece arriva GnuTLS che abilita di default il supporto al nuovo standard di crittografia TLS 1.3.
Secondo i Key Milestones forniti dal Fedora Project, il freeze della beta è previsto il 9 ottobre con il target per la GA il 23 ottobre.
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