Grazie ad una joint venture di 22 aziende presto verrà alla luce una nuova entità giuridica con l’obbiettivo di realizzare un cloud europeo. Il progetto, denominato Gaia-X, nasce da una collaborazione franco teutonica, e mira ad ottenere l’indipendenza dai colossi della Silicon Valley.
Gaia-X, una computing platform tutta europea
La nuova azienda avrà sede legale in Belgio e, secondo le prime indiscrezioni riportate da Reuters, sarà specificato nello statuto l’assenza dello scopo di lucro. Il tempo limite, fissato per il lancio del progetto, è la prima parte del 2021, e sarà guidato dal ministro tedesco Peter Altmeier, leader dell’iniziativa.
Le recenti tensioni geopolitiche, le guerre commerciali tra Paesi e i sempre più frequenti attacchi informatici hanno sicuramente accelerato le volontà decisorie di ottenere, in qualche modo, l’indipendenza dello storage remoto dei dati, spesso sensibili. La creazione di un ambiente indipendente dai colossi americani del cloud, Amazon, IBM, Microsoft e Google, favorirebbe i paesi europei non solo in termini di sicurezza, ma sarebbe anche in linea con la strategia per il mercato unico digitale della UE.
Il miraggio della sovranità digitale europea
Per quanto questa iniziativa sia meritevole di nota, ci sono ancora molti punti da chiarire. Sarà infatti molto interessante capire come verranno gestiti alcuni aspetti fondamentali di questa nuova infrastruttura cloud. In particolare, a mio avviso, questi i tre punti più importanti:
- Quale sarà la componentistica interna utilizzata per i serve ? Cercando online si può, ad esempio, trovare alcune informazioni riguardo l’European Processor Initiative, che vedrà la luce soltanto nel 2023 (salvo ritardi…);
- Per quanto riguarda l’infrastruttura di rete, ci sarà una produzione indipendente di router e switch o ci si affiderà, ad esempio, all’americana Cisco?
- Le aziende partecipanti in questo progetto, saranno davvero in grado di garantire elevati standard di indipendenza, correttezza e imparzialità, nella gestione di milioni di dati? Tra le 22 partecipanti, infatti, troviamo nomi altisonanti quali SAP, Siemens e Bosch. Non sarebbe stato meglio preferire una partecipazione congiunta, pubblica, di tutti gli stati membri, escludendo i privati o, almeno, affiancando il pubblico e il privato?
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