Come ogni estate, oramai da anni, anche quest’anno si è tenuto il Google Summer of Code. Questa iniziativa è stata pensata dall’azienda di Mountain View per promuovere l’impegno dei nuovi sviluppatori su software di qualità e -soprattutto- open source.
Dopo essere entrati nel programma (è presente una sorta di selezione, a cui possono partecipare studenti da tutto il mondo), si viene messi in contatto con grandi nomi del panorama open source (da LibreOffice a FreeBSD, da Debian alla Free Software Foundation) che forniscono una serie di progetti tra cui scegliere e che lo studente potrà seguire nello sviluppo nei mesi di pausa estiva dalla scuola.
Tra tutti questi nomi, quest’anno si è notato un particolare interesse per il progetto KDE, che ha visto impegnati addirittura un paio di dozzine di studenti sul famoso desktop environment.
I lavori si sono chiusi qualche giorno fa, ma parecchie cose son state fatte tra cui:
- La suite dedicata al mondo education GCompris è stata migliorata, ed è ora vicina a raggiungere la release 1.0
- Miglioramenti effettuati al supporto di LVM e RAID di KDE Partition Manager e l’installer Calamares
- Aggiunta la possibilità di sviluppare estensioni per il browser Falkon utilizzando JavaScript e QML, in aggiunta al supporto già disponibile per Python e C++
- Il software di disegno Krita ha ricevuto grandi miglioramenti; il suo gestore dei tile adesso è ottimizzato per il multi-threading, e diverse ottimizzazioni sono state fatte anche nella gestione dei pennelli
Ovviamente i miglioramenti che questi giovani sviluppatori hanno contribuito a portare avanti non si fermano qui, e toccano anche strumenti più “specializzati” come LabPlot e KStars.
Con i soliti metodi tendenti alla trasparenza tipici delle community open source, KDE ha rilasciato uno Status Report ufficiale sui risultati portati dal Google Summer of Code al progetto, con la lista di tutti gli studenti coinvolti. Per la lista completa dell’intera iniziativa, invece, è presente una pagina dedicata sul sito ufficiale.
Noi non possiamo che complimentarci con questi ragazzi e con tutti gli altri, sperando che sia il “battesimo” di tante nuove mani orientate allo sviluppo di software orientati all’open source.
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