Oramai lo smartphone è diventato il dispositivo che utilizziamo più di tutti; e questo non solo è dato dalla sua evoluzione, ma anche dalla disponibilità di accesso cellulare ad internet veloce -praticamente- ovunque. Rapidamente siamo arrivati all’attuale LTE che, il più delle volte, ci permette di avere in mobilità una velocità maggiore di quella che molte linee casalinghe forniscono.
Ora il mondo sta guardando al successivo passo: il 5G, che promette oltre ad un incremento di velocità, la possibilità di gestire molte più connessioni simultanee nella stessa area.
Ma cosa c’entrano in tutto questo il cloud e Kubernetes? Beh, il fatto che queste tecnologie saranno fondamentali per l’evoluzione e l’implementazione di questa tecnologia è un punto sottolineato all’Open Infrastructure Summit, l’evento pensato al mondo OpenStack, che si è tenuto qualche giorno fa a Denver; e non ne ha parlato l’ultimo operatore arrivato, bensì la AT&T, uno dei colossi americani, che dopo diversi anni a testare ed utilizzare Kubernetes, ha investito in un accordo pluriennale con Mirantis per utilizzare Kubernetes ed OpenStack come base per l’erogazione dei servizi 5G.
L’investimento è stato così corposo che è stato necessario chiarire la scelta tecnologica pubblicamente
There really isn’t much of an alternative. Your alternative is VMware. We’ve done the assessments, and VMware doesn’t check boxes we need.
Non c’erano in realtà molte alternative. L’unica è VMware. Abbiamo fatto un analisi, e VMware non fornisce alcune cose che ci servono
Questo quanto affermato da Ryan Van Wyk, vicepresidente del team Network Cloud Software Engineering. Ma cosa manca a VMware? A questo ha risposto Boris Renski, co-fondatore di Mirantis, affermando che per AT&T le funzionalità necessarie sono le VNFs (Virtual Network Functions), come vEPC (Virtualized Evolved Packet Core, la base per reti ad alto throughput multi servizi), il supporto RAN (Radio Access Network), servizi di traffic shaping (per controllare ed ottimizzare l’uso della banda), sistemi di analisi clienti e molto altro.
Ma, nonostante questo, AT&T non si appoggerà a vendor open source esistenti, bensì sta lavorando con Intel, Mirantis e SK Telecom su un nuovo prodotto open source, Airship, una combinazione ibrida di cloud OpenStack e Kubernetes.
Nonostante AT&T sia scesa nei dettagli, in realtà molte altre TelCo stanno (o prevedono di) usando queste tecnologie: Verizon, per citarne una, già ha 80 applicazioni in produzione su container gestiti da Kubernetes e “continuerà ad espanderne l’utilizzo” (come affermato da Nanda Kumar durante il KubeCon North America dell’anno scorso).
Come al solito, non ci resta che affermare nuovamente che il cloud, come quello privato fornito da OpenStack, e Kubernetes non solo sono componenti importanti ma, con il passare degli anni, sono i motori che muovono l’innovazione dei servizi che comunemente usiamo. Voi siete pronti?
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