Esiste l’oro, l’oro blu, l’oro nero e chi più ne ha più ne metta.
L’oro è indice di ricchezza: è il simbolo di qualcosa di raro, che vale e costa, un bene che solo i più ricchi si possono permettere. Negli ultimi anni è nato un nuovo oro: i nostri dati.
Che ci piaccia o no il futuro sta pericolosamente virando verso un mondo governato da informazioni personali e dai segreti: non più quelli di stato, ma i nostri, della gente comune.
Gli esempi di questa febbre dell’oro 2.0 li possiamo vedere anche oggi: app “gratuite” dove il prezzo non è espresso in Euro, ma in informazioni che siamo disposti a cedere.
Purtroppo ancora pochi si rendono conto che quando c’è scritto “Gratis” il prezzo sei probabilmente proprio te.
Da quando cliccate “Accetta” sulla Privacy Policy (Quel documento che nessuno legge, per intenderci. Quanti hanno letto la nostra?) non siete più i proprietari di voi stessi: cosa ne fanno di quello che gli fornite non sono affari vostri, voi godetevi il vostro contentino gratis.
Ma non voglio fare il catastrofico, nulla è perso e mai lo sarà completamente. Chi può, però, risolvere questa situazione? Di certo non noi, intesi come singoli individui: “Resistere è inutile” è una frase maledettamente vera in questo caso.
Perché sto facendo questo articolo, allora? Perché una speranza c’è e si chiama GDPR.
Il GDPR, General Data Protection Regulation, è una legge emanata l’anno scorso dall’Unione Europea che il 25 Maggio entrerà in vigore. Vi sono già arrivate le mail? Non vi preoccupate, ne arriveranno. Perché i gestori sono così preoccupati? Ebbene, perché le regole sono molto più severe delle precedenti e perché le multe sono salate, anzi salatissime: fino a 10 milioni di euro o il 4% del fatturato globale a seconda di quale sia il più elevato nel caso non si rispetti il regolamento.
La regole che l’Unione Europea con il GDPR imposta sono molto stringenti, uniformi su tutto il territorio e soprattutto valide anche fuori dal territorio europeo: riguardano, infatti, anche qualsiasi società o server all’estero che gestisca i dati di cittadini europei.
Ecco i punti principali della norma:
- L’accesso ai propri dati è un diritto, così come essere informati chiaramente di come i dati vengano elaborati da chi e dove. I dati degli utenti devono essere scaricabili in formato elettronico per poterli anche trasferire ad un altro servizio
- Il “Diritto all’Oblio” è stato semplificato: i dati di un utente che non vuole più essere iscritto ad un servizio dovranno essere eliminati
- È ora un diritto sapere se i propri dati sono stati violati: le aziende dovranno informare tempestivamente il Garante della Privacy e gli utenti interessati in caso di “data breach”
- Ogni azienda dovrà avere un responsabile per la protezione dei dati (DPO, Data Protection Officer) che si occuperà di monitorare i dati e garantire la conformità con il regolamento
- Viene introdotto l’obbligo del “Privacy by Design”: la privacy deve essere implementata fin dalla fase di progettazione dei servizi e non deve essere considerata in fasi successive come elemento aggiuntivo
Non è quello che noi tutti aspettavamo? Perché ci è voluto tanto? Non importa: qualunque sia la risposta possiamo dire oggi di sentirci protetti come non mai.
Già, oggi.
Sapete che giorno è oggi, 9 Maggio? La festa dell’Europa.
Oggi dobbiamo essere fieri di essere europei, fieri di vivere nell’Unione Europea: il nostro futuro è in Europa e le numerose leggi che vengono emanate sono la prova che lentamente l’integrazione europea sta diventando sempre più solida.
È per questo che oggi, in questo giorno speciale, vi chiedo di essere un po’ più europei anche a voi. Io cercherò di esserlo nel mio piccolo: esporre la bandiera a dodici stelle nel proprio giardino è un piccolo grande gesto che ho voluto fare, metterla sull’homepage del sito pure. Partecipare a una manifestazione uno un po’ più grande.
In fondo goccia dopo goccia il bicchiere si riempirà. Prima o poi.
Leggi il contenuto originale su Morrolinux