Qualche giorno fa è stato annunciato il rilascio di Kubernetes 1.14, il primo di quest’anno. Questa release porta con se ben 31 miglioramenti, di cui 10 features portate in stable, 12 in beta e 7 nuove funzionalità.
Sicuramente, una di quelle funzionalità che, passando direttamente come stabile, permette di rivalutare seriamente i propri deployment è il supporto in ambiente di produzioni di nodi Windows. Con questa ufficializzazione è adesso pienamente supportata la possibilità di aggiungere sistemi Windows come nodi di un cluster kubernetes, e di schedulare quindi container Windows, aprendo diverse nuove soluzioni di erogazione software che prima dovevano necessariamente rimanere fuori dai orchestratori. Di fatto le novità in tal senso sono tre:
- Supporto come nodo worker e per i container di Windows Server 2019
- Supporto al networking integrato di Kubernetes utilizzando Azure-CNI, OVN-Kubernetes e Flannel
- Migliorato il supporto a diversi oggetti del cluster per ottenere sui container Windows funzionalità di controllo e schedulazione simili a quelle che già abbiamo sui più comuni container Linux
Altri interessanti novità sono state introdotte in kubectl, il tool integrato di gestione del cluster. La più interessante è sicuramente l’integrazione di kustomize direttamente nel comando; se non conoscete questo tool, viene utilizzato per gestire in maniera più granulare le definizioni delle risorse di Kubernetes, permettendo di separare le diverse componenti (Deployment, Service, etc.) in diversi file yaml (invece che “colarli” tutti in uno) per poi includerli in un file che ne riporta la lista ed eventuali attributi (ad esempio le Label) applicati a tutti. Questo è estremamente comodo per scrivere oggetti riutilizzabili e, con il supporto al patching, testare le modifiche prima di applicarle ai file “di produzione”.
Unita -finalmente- all’aggiunta di poter estendere il tool con plugin, anche sviluppati da noi stessi, possiamo affermare che kubectl sta diventando sempre più completo.
Tante altre novità sono incluse in questa release, dai Persistent Local Volumes al passaggio in beta di una feature che permette di limitare i PID a livello di utente al fine di evitare la saturazione dei PID sull’host.
Maggiori informazioni nel comunicato ufficiale, il download è disponibile su GitHub e, come spesso avviene, nei prossimi giorni verranno pubblicati sul blog ufficiale articoli che descrivono nel dettaglio queste funzionalità, come implementarle ed i vantaggi che portano.
Stay tuned.
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