La brutta fine di CyanogenMod, che poi non è una fine

by Dario Cavedon on


Al momento in cui scrivo il sito web ufficiale di CyanogenMod è definitivamente offline. È quindi giunto al termine il viaggio della più famosa ROM (= versione alternativa) per smartphone Android? Sì. E anche no. Vediamo perché.

CyanogenMod e Cyanogen OS


CyanogenMod nacque a settembre 2008 per opera di Steve Kondik, come versione alternativa ad Android, però libera, aperta e sviluppata dalla comunità. Nel giro di pochi anni, CyanogenMod ebbe un notevole e costante sviluppo, fino ad arrivare ad essere utilizzata da 50 milioni di persone in tutto il Mondo, con più di 150 dispositivi supportati. I vantaggi dell'utilizzo di CyanogenMod rispetto ad Android erano molteplici: totale assenza di spyware e bloatware, supporto ai temi, CPU overclock, e molte altre migliorie, alcune delle quali arrivate su Android solo successivamente.

Sull'onda del successo, nel 2013 Steve Kondik fondò Cyanogen Inc. azienda destinata a commercializzare una versione "professionale" chiamata Cyanogen OS, che doveva inglobare il meglio di CyanogenMod più alcuni moduli aggiuntivi. Cyanogen OS partì bene, andando a sostituire CyanogenMod sui dispositivi One Plus One.
Nell'Aprile 2015, CyanogenOS siglò una collaborazione con Microsoft, per portare app (Skype, Cortana, ...) e servizi Microsoft sulla piattaforma Android/CyanogenOS, rilasciati poi su Cyanogen OS 13.0 a febbraio 2016.

Le cose però vanno peggio del previsto, e a luglio 2016 Cyanogen Inc. licenzia 30 persone, e chiude la sede di Seattle. Lo stesso Steve Kondik lascia l'azienda a novembre. Tra le cause del fallimento, sicuramente i dissidi con One Plus, e chissà cos'altro.

LineageOS


Per niente scoraggiato dell'uscita da Cyanogen Inc., Steve Kondik prima propone e poi realizza un fork del codice di CyanogenMod. Il fork era inevitabile, dato che nome e marchio originali di CyanogenMod sono rimasti a Cyanogen Inc.

Così, mentre Cyanogen Inc. provvede con solerzia a spegnere server e servizi di CyanogenMod avviandosi a un futuro pieno di incognite, l'erede LineageOS (trad. "stirpe" o "casata") comincia ad attivare la propria struttura indipendente. Il primo post sul blog si intitola "Yes, this is us" (trad. "Sì, siamo noi"), e vuole rassicurare gli utilizzatori di CyanogenMod.

Tutto come prima quindi? Troppo presto per dirlo. Partire dalle fondamenta di CyanogenMod garantisce una base solida, e la comunità di sviluppatori abbraccerà LineageOS senza remore. Anzi: aver tolto di mezzo il doppio binario commerciale - volontario potrebbe portare nuova linfa al progetto alternativo ad Android.

Questo caso è però esemplare nel dimostrare quanto un progetto open source possa essere debole, specie quando scende nell'agguerrito terreno degli affari, scontrandosi con interessi commerciali enormi e un colosso inavvicinabile come Google. Resta poi l'incognita del modello di business: pur essendoci numerose aziende che vivono sull'open source, è impossibile stabilire un modello valido per tutte. Del resto la storia insegna che avere un valido prodotto è solo uno dei requisiti necessari per riuscire ad avere successo.

Allo stesso tempo un progetto open source è indistruttibile: quando il codice è aperto, nessun progetto è mai veramente finito.

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Written by: Dario Cavedon