Nei giorni scorsi si è tenuto a Praga l’Open Source Summit organizzato dalla Linux Foundation nella quale è stata presentata una nuova famiglia di licenze open, la Community Data License Agreement (CDLA). Queste licenze cercano di definire un modo per condividere le informazioni, così com’è stato fatto in passato per il software.
La sfida che si è posta la Linux Foundation è quella di aiutare le istituzioni accademiche, le amministrazioni, le aziende ad altre organizzazione a rendere aperti e condivisibili i dati. Le licenze CDLA consentono a tutte queste istituzioni di condividere i dati per poi essere mantenuti e rielaborati.
Many current licenses take a variety of inconsistent (and frequently incomplete) approaches to the use and licensing of data. The CDLA provides a valuable tool for companies and lawyers in managing the use and licensing of data.
Molte attuali licenze hanno degli approcci inconsistenti (e spesso incompleti) per l’utilizzo dei dati. La CDLA fornisce un valido strumento per le compagnie ed i legali di gestire l’uso e la licenza dei dati.
Attualmente le licenze proposte sono due:
- Sharing licence che incoraggia (ma non richiede) che venga fornito il proprio contributo, molto simile alla GPLv2;
- Permissive license che non pone limiti di condivisione, più simile alla licenza BSD.
La CDLA è stata pensata per essere utilizzata in tutto il mondo dunque non sono stati specificati requisiti legali per usufruirne; la questione dovrà essere gestita direttamente dall’utilizzatore in base alle leggi del proprio Paese.
Sarà il prossimo passo verso l’evoluzione dell’IT?
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