C’è stato un momento nella storia di Linux, nel quinquennio a cavallo dell’anno duemila, in cui il nome di Mandrake Linux, distribuzione creata da Gael Duval, rappresentava tutto il meglio a cui un utente desktop del pinguino potesse ambire: eccellente usabilità, integrazione con ambienti Microsoft Windows e, non ultimo, un estremo senso estetico.
A conti fatti, fu un attimo, il declino della distribuzione fu piuttosto rapido, ma la storia del Duval e del progetto contiene tantissime chicche che, analizzate ad anni di distanza, raccontano molto di quella che è stata l’evoluzione di Linux in questi anni.
E chi meglio di Gael Duval stesso poteva raccontare l’intera storia? In questa intervista per FOSSForce.com il creatore di Mandrake racconta gli inizi, con la ricerca di un computer 386 su cui far girare la prima Slackware, le diatribe legali con Red Hat, sulla cui popolarità di Mandrake ha sempre voluto che, legittimamente, il distacco dei due marchi fosse netto e l’ascesa che sembrava inarrestabile, con l’assunzione di 150 programmatori per il lavoro sulla distribuzione.
Erano altri tempi. Sembra una frase fatta, ma è così.
Dopo la pubblicazione della prima acerba versione ed un articolo di presentazione su SlashDot, Duval si trovò catapultato in un mondo che gridava l’estremo bisogno di una distribuzione desktop usabile.
Mandrake Linux fu un vero e proprio movimento, con un community club che, pur generando controversie per l’approccio poco aperto nella gestione degli aggiornamenti (gli utenti paganti potevano accedere a risorse per gli altri inaccessibili), raggruppava ventimila utenti paganti.
Era il 2001, e si può dire che da quel momento le cose non fecero altro che peggiorare. Banca rotta, poi la rifondazione, poi la nascita di Mandriva a causa delle dispute sul nome originale (qualcuno ricorda il personaggio dei fumetti?) ed infine l’arrivo di un concorrente che di lì a poco avrebbe spazzato via ogni concorrente: Ubuntu.
Nel 2006 Duval venne cacciato dalla società, senza preavviso da quel che racconta, e fondò Ulteo, che sviluppava una versione custom di Ubuntu (ironia della sorte) e che chiuse i battenti nel 2014.
Altri progetti seguirono (leggete l’articolo per conoscere /e/, il nuovo progetto in crowdfunding di Duval), ma per quel che riguarda il discorso Mandrake si può ritenere la storia chiusa qui.
Cosa fu Linux Mandrake per gli utenti? Per quanto mi riguarda un eccellente tentativo di far funzionare le cose, che però troppo presto ha perso il suo focus e finito per dimenticarsi ciò che era l’esigenza di partenza da cui tutto era nato: avere un desktop Linux funzionale aperto a tutti.
Consolante e disarmante allo stesso tempo il fatto che nessuno comunque sia ancora riuscito a raggiungere il risultato che sembrava così vicino solamente… Uh… Vent’anni fa.
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