Se siete tra quelli che pensavano a come Meltdown e Spectre avrebbe portato alla crisi Intel, dovrete reicredervi. Sono stati infatti annunciati i dati di vendita del “quarto quarto” di Intel per il 2017 e… Sorpresa, sorpresa, il dato si attesta a 17,1 miliardi di dollari, superiore del 4% allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma non è finita qui, con quest’ultimo quarto di anno i guadagno di intel per il 2017 si attestano così a 62,8 miliardi di dollari, il 6% in più rispetto al 2016.
Mica male per un’azianda il cui prodotto di punta soffre della peggiore falla informatica degli ultimi vent’anni.
Proviamo però a ragionare su un dato: siete a casa vostra, vi si è appena rotto il PC ed avete appena deciso di comprarne uno nuovo. Cosa fate? Su che marca vi dirigete? Nella sostanza: come può essere impattata un’azienda monopolista da un problema che, in ogni caso, non permette alternative ai clienti?
Il punto è proprio quello, le alternative. Non è come per gli strenui difensori di SystemV che si oppongono a Systemd e scelgono di usare Devuan, qui la scelta non c’è. Come ampiamente riportato i processori AMD e ARM hanno gli stessi problemi, occupando una fetta di mercato enormemente più piccola. Aggiungiamo anche a questo il fatto che Intel aveva avvertito per tempo (nel novembre dello scorso anno) i produttori di PC , il suo CEO aveva venduto per tempo le sue stock option, insomma, era tutto previsto.
Vero, i conti si faranno alla fine, probabile che l’onda lunga dei dati di vendita svelerà qualcosa di più il prossimo anno, ma la gente continuerà a comprare computer, e l’ottanta percento di questi avrà un processore Intel.
Patchate gente, patchate!
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