Si chiama https://stopthemingmy.app/ ed è un sito, ma più che altro un manifesto, che gli sviluppatori di applicazioni Linux hanno scritto con lo scopo di limitare l’invasività dei temi all’interno delle proprie applicazioni.
Qual’è il problema? Semplice, se uno sviluppatore crea la propria applicazione da zero, tutti i test ed i difetti di funzionamento, come quelli relativi agli aspetti grafici, vengono rilevati e risolti all’interno della release stessa. Ora, quando la stessa applicazione viene inclusa all’interno di una distribuzione, quindi all’interno di un desktop environment, quindi in questo caso specificamente in GNOME, questa viene sottoposta a dei cambiamenti in modo da adattarla ai temi del desktop, con conseguenti, potenziali, problematiche.
Per questo la lettera aperta è indirizzata alla “wider GNOME community”: le variazioni applicate alle applicazioni per includerle all’interno dei temi, non sono in alcun modo gestite dagli sviluppatori originali. Le eventuali problematiche che quindi possono insorgere in seguito a queste modifiche sono quindi totalmente inaspettate.
Pertanto la richiesta degli sviluppatori è semplice:
This is why we ask respectfully that our applications not be themed. They are built and tested for the upstream GNOME stylesheet, icons, and fonts, so that’s what they should look like on peoples’ systems.
Ecco perché chiediamo che le nostre applicazioni non vengano temizzate.
Queste vengono costruite e testate per gli sylesheet, le icone ed i caratteri upstream di GNOME, ed è così che dovrebbero apparire sui sistemi degli utenti.
Cambiare gli stylesheet e le icone è quindi pratica da considerarsi non supportata e quindi gli sviluppatori vorrebbero che fosse chiaro come, in caso di problemi con versioni temizzate degli applicativi, il responsabile per gli stessi dovrebbe essere il manutentore del tema, non lo sviluppatore originale.
La richiesta appare totalmente sensata, sebbene venga aggiunta una basilare postilla alla richiesta:
If you are a distribution who changes the system stylesheet and icons, please reconsider this decision. Changing third-party apps without any QA is reckless.
Se siete una distribuzione che cambia gli stylesheet di sistema e le icone, riconsiderate la decisione. Cambiare le app di terze parti senza un processo di QA è rischioso.
Ed è tutto lì il punto: without any QA. Senza cioè avere un apparato di controllo e verifica che consenta di garantire la qualità del prodotto distribuito.
Quindi, ancora una volta il buonsenso dovrebbe farla da padrone, ma è chiaro come se fosse stato il buonsenso a governare questi processi gli sviluppatori non si sarebbero sentiti in dovere di firmare questa lettera.
Insomma, vedremo se ci sarà una presa di posizione ufficiale da parte delle distribuzioni citate fra le righe (anche se mai esplicitamente): Ubuntu (con i temi Ambiance e Yaru), Linux Mint (con Mint-X), Pop OS (con Pop GTK) e Manjaro.
Voi cosa ne pensate? La presa di posizione è legittima, inutile o…?
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