Vi ricordate le polemiche montate a gennaio quando Huawei fu accusata di aver pubblicato una patch proposal (HKSP, Huawei Kernel Self Protection) per il kernel Linux che è stato dimostrato essere non sicura? La patch in questione secondo i ricercatori di sicurezza introduceva una vulnerabilità “banalmente sfruttabile“. L’azienda cercò poi di insabbiare tutto derubricando il fatto come un’iniziativa di un proprio dipendente e mettendo una pezza peggiore del buco con un commit retrodatato che fece infuriare la community. Oggi Huawei è il principale contributore del kernel Linux 5.10 LTS, annunciato da Torvalds lo scorso 14 dicembre.
Huawei (e Intel) regine del kernel Linux
L’azienda cinese con quasi 1500 commits è stata in assoluto la più attiva nel proporre modifiche e seconda a Intel per numero di linee di codice modificate. Fa sorridere che una delle aziende maggiormente nel mirino per gli scontri avuti con gli USA, ricorderete la vicenda che ha portato Google a rimuovere le Google Apps dagli smartphone cinesi, sia poi così attiva nello sviluppo del kernel.
Tornando ai freddi numeri gli sviluppatori Huawei hanno contribuito per l’8,9% al kernel (con 1434 modifiche) contro l’8% di Intel (1297 modifiche). In termini di linee di codice, invece, è Intel la regina con un contributo dell’12,6% contro il 5,3% di Huawei. Dietro di loro troviamo molte aziende molto importanti quali SUSE, AMD, NVIDIA, Google, IBM, Samsung e Red Hat, tra le altre.
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