Image by Free-Photos from Pixabay |
In qualità di sostenitore del software libero e open source ho deciso di aderire alla lettera alla ministra Azzolina firmata dal professor Angelo Raffaele Meo e le associazioni promotrici del software libero.
Ecco il testo della lettera:
Lettera alla ministra Azzolina
dal professor Angelo Raffaele Meo e le associazioni promotrici del software libero
Ill.ma Ministra,
la società che fornisce la nota piattaforma di videoconferenza “Zoom” è stata criticata per "carenze di sicurezza e scelte di progettazione inadeguate", per le sue politiche di privacy e condivisione dei dati aziendali e per mancanza di trasparenza. Ciò ha indotto alcuni governi come quello tedesco a vietare l’uso di Zoom. Invece, nel nostro paese, alcuni uffici scolastici ne hanno raccomandato l’uso, per cui quella piattaforma è diventata una fra le più diffuse nelle nostre scuole.
Negli ultimi anni le tecnologie di intrusione malevola hanno registrato progressi clamorosi, per cui quello che è successo con Zoom potrebbe verificarsi in qualunque momento su qualunque altra tecnologia proprietaria. Per questa ragione noi riteniamo che nelle applicazioni della Pubblica Amministrazione che implichino il trattamento di dati personali, e in particolare nelle applicazioni per la scuola, si dovrebbe vietare per legge l’uso di prodotti dei quali non sia conosciuto il codice sorgente.
Con questo messaggio mi permetto di farLe notare l’inopportunità delle pagine di suggerimento dedicate sul portale del suo Ministero a importanti piattaforme didattiche proprietarie che sono ospitate su infrastrutture controllate dai giganti del web (come Google, Microsoft e Amazon) dove quindi confluiscono i dati e i metadati dei nostri studenti. Ricordo anche che le scuole sono tenute a scegliere le soluzioni da acquisire solo dopo aver realizzato la valutazione comparativa prevista dall’art. 68 del D. Lgs. 82/2005, che impone di preferire software libero: sarebbe importante che il Ministero supportasse le scuole nell’adempiere a quest’obbligo.
Inoltre, Le chiedo il favore di adoperarsi per la promulgazione di una legge che:
- (i) Proibisca l’uso di software proprietario nelle applicazioni della Pubblica Amministrazione che implicano il trattamento di dati personali
- (ii) Obblighi ad usare formati di file standard e aperti
- (iii) Consenta l’uso di infrastrutture IT in Cloud soltanto se queste sono nel controllo della pubblica amministrazione Italiana (Private Cloud).
Tenga presente che in Rete sono disponibili piattaforme libere caratterizzate da funzioni e prestazioni paragonabili o superiori a quelle delle più note piattaforme proprietarie. Ad esempio, nell’arco di pochi giorni, alcuni tecnici del Politecnico di Torino hanno realizzato, utilizzando una piattaforma libera, l’intero sistema di videolezioni che consente ogni giorno di trasmettere oltre 600 lezioni a 10.000 studenti.
In conseguenza di scelte scellerate degli ultimi decenni, il nostro paese è praticamente uscito dal comparto industriale delle tecnologie dell’informazione.
Negli ultimi anni, in virtù di un eccezionale sviluppo tecnologico, l’industria e il mercato dell’informatica libera sono letteralmente esplosi. Diversi siti specializzati nell’ospitalità e distribuzione di software libero annoverano milioni di progettisti e programmatori operanti su oltre 150 mila progetti; da questi siti sono scaricati milioni di programmi ogni giorno. Si apre così un’importante opportunità per l’economia del nostro paese. Per questa ragione ci permettiamo di chiederLe di adoperarsi, nell’ambito del Consiglio dei Ministri, per cogliere questa opportunità destinando gli investimenti che verranno a breve realizzati nel digitale esclusivamente a tecnologie in software libero.
Prof. Angelo Raffaele Meo
Leggi il contenuto originale su Marco's Box