Che Microsoft stia investendo parecchio in progetti open source è oramai un dato di fatto, basta leggere le notizie degli ultimi anni.
Dal “Linux is a cancer” di Ballmer acqua ne è passata sotto i ponti, ma le cose si stanno ribaltando più del previsto.
Già, perché pare che Microsoft sia adesso una delle 10 aziende – insieme a Red Hat, Facebook, Google ed IBM, per citarne alcune – che stanno lavorando per estendere il diritto di “sanare” le non conformità delle licenze open source prima di adottare misure legali.
Il problema è dato, a quanto pare, dai termini troppo stringenti della terza versione della licenza GPL, la General Public License creata da Stallman nel lontano 1989 e rinnovata appunto alla v3 oramai da più di 10 anni.
The large ecosystems of projects using the GPLv2 and LGPLv2.x licenses will benefit from adoption of this more balanced approach to termination derived from GPLv3
Il grande ecosistema di progetti che utilizzano licenze GPLv2 e LGPLv2.x potranno beneficiare dall’adozione di questo approccio più bilanciato al posto della loro scomparsa derivata dalla GPLv3
Ma cosa sta succedendo in pratica? Il problema è dato da alcune modifiche introdotte dalla GPLv3 che prevedono la terminazione dei progetti in caso di non-conformità alla licenza degli stessi; e la GPLv3 pare sia molto più stringente in termini di combinazione tra software libero e “meno libero”, al punto che moltissimi progetti – uno fra tutti: lo stesso kernel Linux – non hanno ancora eseguito l’upgrade di versione della licenza poiché renderebbe incompatibile molte delle loro componenti.
Queste 10 aziende hanno deciso di adottare una soluzione più “morbida” rispetto a quella prevista dalla terza versione della licenza, dando la possibilità a chi lavora a questi progetti di avere del tempo per “riadattarsi alle modifiche di licenza richieste”.
Che la GPL sia molto integralista non è una novità, e che questo sia un bene o un male lo definisce solo chi la utilizza, ma il fatto che tutti questi nomi importanti facciano cordata insieme per risolvere questi tipi di problematiche fa pensare che, forse, un problema c’è, ed è di fondo.
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