Non è passato molto tempo dalla blindatura di WindowsRT, e già sta montando un nuovo caso di sgambetto al software libero.
Alcuni produttori hanno cominciato a vendere prodotti con una certificazione Microsoft che garantisce standard di prestazioni più elevate per Windows (in edizione particolare Signature Edition); questi standard sono ottenuti anche grazie ad hardware di livello (un poco) superiore. È quindi normale che qualcuno abbia deciso di comprare questa edizione per sfruttarne l'hardware con la propria distribuzione linux, e in particolare dei prodotti Lenovo.
Peccato che nessuna distribuzione sia usabile. Il responsabile è il BIOS: il controller del disco (Intel) è settato e bloccato in una modalità operativa non standard (chiamata RAID invece della classica AHCI), per la quale non esiste alcun driver del kernel linux (che quindi non riuscirà più a vedere alcun disco fisso).
Alle lamentele di alcuni clienti, la risposta è stata alquanto lapidaria:
This system has a Signature Edition of Windows 10 Home installed. It is locked per our agreement with Microsoft.
Questo sistema ha una versione Signature Edition di Windows 10 Home installato. E' bloccato per un accordo con Microsoft.
Tutta colpa di Microsoft e dei suoi accordi commerciali! Ma in realtà c'è un passo in più da fare.
Dicevamo che questi sono prodotti per prestazioni superiori, ed è Intel a consigliare quella modalità operativa per avere prestazioni superiori. Lenovo si è limitata ad assicurarsi che sia sempre impostata la migliore soluzione.
La cosa divertente è che questa modalità blocca anche il driver di Microsoft, forzando l'uso del driver di Intel proprio perché - per Intel - questo garantisce prestazioni superiori (soprattutto consumi minori). E anche perché il numero di clienti interessati a cambiare Windows con qualcos'altro rimane - ahi noi! - irrisorio.
Insomma, il vero problema è il supporto di Intel, che manca completamente per quella modalità operativa del suo controller in Linux. Ovvero, una vecchia storia: mancano i driver. Chissà se, sulle ondate di apertura anche di Microsoft verso il pinguino, la cosa cambierà a breve. Intanto siamo sicuri che il disguido non sia dispiaciuto troppo alla casa di Redmond, per una volta (forse) innocente.
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