È tuttora in corso la valutazione dei costi dell’abbandono di Linux da parte del Comune di Monaco di Baviera.
Lo scorso 15 Febbraio con un articolo dedicato vi ho parlato della probabile fine del matrimonio tra la città di Monaco e Linux. Ecco un rapido riepilogo.
Alla fine del 2013, dopo ritardi e difficoltà, il Comune di Monaco di Baviera era riuscito ad adottare Linux su 14.000 PC usati dall’amministrazione, completando un piano di migrazione iniziato nel 2003.
Per l’occasione era stata adottata LiMux, una derivata di Ubuntu. Il nuovo sindaco Dieter Reiter nel 2014 espresse fin dall’elezione il proprio scontento verso il software libero, accusato di essere meno evoluto di quello di Microsoft. Sindaco e vicesindaco diedero voce alle difficoltà emerse: dai costi non previsti per farsi sviluppare software apposito, che avrebbero annullato il risparmio derivato dall’eliminazione delle licenze di Windows, fino all’incompatibilità con le altre amministrazioni. In realtà, spiegavano i consiglieri, il passaggio a LiMux avrebbe permesso di risparmiare 10 milioni di euro, e i problemi verificatisi non sarebbero stati altro che normali inconvenienti come possono verificarsi in qualsiasi infrastruttura informatica.
La situazione a oggi è ancora in stallo.
Monaco di Baviera e Linux: aggiornamento della situazione
Il Partito dei Verdi della città di Monaco si è ora inserito nuovamente nel dibattito, aggiungendo una nuova ragione per sostenere quanti vorrebbero restare con Linux: la diffusione del noto ransomware WannaCry.
I Verdi hanno chiesto ufficialmente al sindaco se non ritenga che la sua intenzione di passare a Windows non aumenti i rischi per i sistemi informatici cittadini.
“Come è già capitato in molti dei maggiori attacchi i computer colpiti maggiormente erano quelli che usavano il sistema operativo Windows. Ci sembra quindi molto strano abbandonare una piattaforma stabile e sicura per passare a un sistema che viene attaccato più spesso e con maggiore efficacia. È particolarmente importante che manteniamo il rischio di subire tali attacchi al livello più basso possibile” ha affermato il partito in un comunicato ufficiale.
Nelle prossime settimane arriverà la risposta, ma si tratta in effetti di una domanda trabocchetto: il sindaco stesso ha infatti già affermato in passato che i prodotti Microsoft sono i bersagli preferiti dai produttori di malware.
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