La Federal Trade Commission (FCC), nei giorni scorsi, ha abrogato una legge statunitense che obbligava le aziende di telecomunicazioni americane a rispettare il principio di neutralità delle reti, la cosiddetta “net neutrality”. Il provvedimento della FCC, l’Authority delle Tlc USA, permette agli Internet provider di non sottostare all’obbligo di garanzia dell’equità nel trattamento delle comunicazioni e della discriminazione del traffico. Con questo voto gli ISP potranno decidere quale comunicazione sarà più lenta di un’altra e potranno richiedere ai service provider (fornitori di servizi e di contenuti) dei pagamenti a fronte della garanzia che i loro utenti abbiano una qualità di servizio normale, o un accesso facilitato.
La situazione è molto pericolosa.
A prima vista può sembrare un fatto meramente tecnico ma, al contrario, come si può intuire mina un principio democratico fondamentale.
Internet è di tutti e, soprattutto, non è una proprietà delle Telco che, al contrario, sono dei semplici facilitatori, nulla di più. Il compito di un operatore è assicurarsi che una persona che vuole comunicare possa farlo nel miglior modo possibile, non è certo scegliere chi possa farlo più velocemente di altri. Se si consentisse agli operatori di telecomunicazioni di scegliere chi può comunicare normalmente sulla rete e chi può farlo soltanto in presenza di condizioni artificialmente degradate, equivarrebbe a compromettere la libertà di espressione e di comunicazione.
Si mettono in discussione anche la libertà di innovare e di scegliere liberamente i servizi che vogliamo utilizzare. La storia di Internet è costellata dall’innovazione e da nuovi servizi che consentono agli utenti di accedere alle informazioni e di condividerle. Ma se un domani i già ricchi protagonisti, che sono in una posizione dominante, potranno garantirsi una qualità di servizio privilegiata sulla Rete, le alternative e i nuovi servizi ne risentiranno. Per le start-up, anche se con proposte di altissimo valore, sarebbe quasi impossibile emergere. Gli utenti non potranno più scegliere liberamente, ma saranno vincolati dalle scelte del loro operatore.
Abbiamo sempre difeso il principio di un Internet neutrale, respettoso dei diritti fondamentali, chiede alla comunità Internet europea di fare della net neutrality in Europa un’assoluta regola aurea. È imperativo che questo principio sia concepito come valore costituzionale e che di conseguenza sia rispettato come tale. L’Europa deve essere da esempio per il mondo intero, deve resistere e far fronte alla pressione che, sicuramente, diventerà sempre più forte.
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