La prossima versione di HTTP (Hypertext Transfer Protocol) – il protocollo che definisce il modo in cui i browser comunicano con i web server – porterà parecchi cambiamenti al protocollo così come lo conosciamo.
Ad oggi HTTP si basa sull’utilizzo del protocollo TCP, che fornisce un modo affidabile di trasmettere i dati attraverso una rete. Con “affidabile” si intende che se qualche dato (pacchetto) viene perso durante la trasmissione, chi riceve la comunicazione può “richiedere” che venga ritrasmesso il dato mancante. Inoltre i dati vengono ricevuti nell’ordine trasmesso – a differenza dell’UDP – ed eventuali dati corrotti durante il trasferimento possono essere individuati.
Allora perché cambiare?
Perché il protocollo TCP viene ormai utilizzato come soluzione per qualsiasi applicazione richieda questo tipo di affidabilità, soluzione che però non risulta sempre ottimale.
Una soluzione più flessibile l’ha elaborata Google che ha lavorato su un nuovo protocollo chiamato QUIC – Quick UDP Internet Connections.
Un momento… ma l’UDP è quel protocollo che lancia pacchetti in rete in disordine e non si interessa del fatto che vengano ricevuti/smarriti/corrotti/inghiottiti dalle forze maligne! Vero. Ma è veloce e semplice.
QUIC è un protocollo costruito su UDP ma che punta ad utilizzare l’affidabilità offerta dal protocollo TCP diminuendone però la latenza ed il round trip time (il tempo impiegato da un pacchetto per raggiungere una rete e tornare indietro).
QUIC implementa di default l’encryption dunque, per esempio, se un client avesse bisogno di riconnettersi ad un server, i dati relativi all’encryption vengono inviati nel primissimo pacchetto in modo che il server possa recuperare la connessione come negoziato in precedenza, senza ulteriori round trip.
QUIC fu proposto come bozza all’IETF (Internet Engineering Task Force) nel 2015 e successivamente nel 2016 come HTTP-over-QUIC.
Inizialmente solo i server di Google supportavano l’utilizzo di questo protocollo ma gia nel corso di quest’anno altri big hanno iniziato ad adottare questa tecnologia, ad esempio Fecebook.
Lo scorso mese Mark Nottingham, capo del team IETF HTTP and QUIC Working Group, ha fatto richiesta ufficiale perché il nome venisse cambiato in HTTP/3. Proposta accettata!
Al momento della stesura dell’articolo, su 10 milioni di siti web, poco più del 31% supporta HTTP/2 e solamente l’1.2% supporta il protocollo QUIC.
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