Con il Summit 2018 di Vancouver alle spalle è tempo di bilanci per il progetto OpenStack che, chiariamolo subito, gode di ottima salute. All’interno del primo keynote tenuto da Mark Collier, Chief Operating Officer della OpenStack Foundation, lo si è sentito chiaramente: OpenStack sta bene e soprattutto viene oggi utilizzato per ambiti molto distanti da quelli originariamente previsti.
Progetti accademici, ambiti di ricerca, vendita online ed e-commerce, finanza, salute, industria… OpenStack è davvero ovunque e la tecnologia stessa su cui è costruito si sta evolvendo tenendo conto dei trend attuali.
Parlando degli argomenti trattati al summit, come non citarne uno fra i più centrali: i Container. Ad oggi i container permeano tutto il substrato del progetto OpenStack, le componenti stesse di OpenStack sono container, i container funzionano all’interno di OpenStack, i container affiancano i servizi OpenStack e ne perfezionano l’efficienza. Insomma: i container sono OpenStack, e viceversa.
Gustosa l’introduzione al concetto dei Kata Containers, container virtuali nativi OpenStack:
Anche l’ambito continuous integration/continuous delivery l’interesse generale è stato focalizzato su Zuul e sulla capacità da parte di questo prodotto di rendere più affidabili le modalità di sviluppo e la qualità del codice prodotto. Zuul è alla base della CI di OpenStack ed è recentemente è diventato un progetto a se stante, utilizzabile al di fuori di OpenStack.
Su tutto l’evidenza di come ormai OpenStack stesso sia diventato un prodotto in grado di muoversi ben oltre il semplice ambito compute/network/storage per conquistare fette di mercato ancora tutte da scoprire.
Moltissimi altri video sul canale YouTube officiale della OpenStack foundation… Buona visione!
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