Il mondo OpenStack non dorme mai. Sembrano solo passati sei mesi dall'ultima release, Ocata, ed oggi siamo già a parlare di Pike, la nuova release appena annunciata.
Sì, c'è dell'ironia nell'apertura, poiché come sapranno i ben informati i cicli di release di OpenStack sono proprio di sei mesi, e tutto quanto è più vecchio di un anno e mezzo è considerato, uhm, vetusto... Finito... End Of Life, dare un'occhiata qui per capire di cosa si sta parlando
Non siamo qui a discutere di manutenibilità, aggiornamenti o complessità tecnologica, ma solo per dire che... È ora di Pike.
Dunque che cosa c'è di nuovo in questa release? Principalmente due aspetti:
- Composable services: ossi al possibilità di distribuire all'interno degli ambienti i servizi in forma più atomica ed indipendente;
- Lifecycle management tools: partendo dal progetto Kolla l'effort degli sviluppatori è stato dedicato al miglioramento delle operazioni di upgrade dei servizi con particolare attenzione a Kubernetes e Ansible;
Altri dati interessanti riportati nell'annuncio riguardano il trend generale del mercato volto sempre più alle soluzioni multi-cloud, ossia il cloud privato misto alle soluzioni commerciali.
OpenStack si propone come lo standard di fatto in quest'ambito, con una crescita che sembra non arrestarsi.
I nuovi deploy vengono indicati come il 44 % in più rispetto allo scorso anno ed un dato inequivocabile c'è: quanti pensavano che OpenStack fosse un fuoco di paglia devono oggettivamente ricredersi, poiché il progetto è più vivo che mai.
Non aspettate troppo in ogni caso a provare Pike, perché Queens sta già scaldando i motori!
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