Novità per quanto riguarda Project Crostini, progetto di Google annunciato ad inizio 2018, nato per dare la possibilità di eseguire VM Linux sui Chromebook.
Dopo mesi di test, per i modelli più recenti di Chromebook che si appoggiano al canale Stable, è comparsa una nuova impostazione che permette di abilitare l’esecuzione di quelli che vengono chiamati Linux Tools.
Linux Journal ha testato queste funzionalità ed ha commentato con un definitely worth the wait – è sicuramente valsa la pena aspettare.
Una volta abilitata l’opzione sarà subito possibile iniziare ad usare il terminale ed utilizzare apt per la gestione dei pacchetti.
Purtroppo gli utenti che non hanno gran conoscenza di Linux dovranno lavorarci su un po’; ad esempio, GNOME Software Center che offre una GUI per l’installazione delle applicazioni, va comunque installato da terminale perché non viene fornito con i Linux Tools. Si tratta comunque di un “problema” davvero marginale visto che, tendenzialmente, chi ha intenzione di utilizzare Crostini qualcosa di Linux sa di certo.
Altra questione un po’ macchinosa è la gestione dei file per le applicazioni Linux. I file creati da queste applicazioni, infatti, sono in una sorta di “bolla” a parte.
Spostare i file da Chrome OS alla directory dedicata per le applicazioni Linux è semplicissimo, basta un copia-incolla. Spostare i file da Linux a Chrome OS invece prevede l’improbabile procedura di passare da Google Drive o un drive esterno per poi essere spostati nuovamente sul Chromebook. Decisamente fastidioso.
Ricordiamo che Crostini, anche se approdato sul canale Stable, resta pur sempre una beta, con tutte le limitazioni ed i comportamenti “anomali” del caso.
Inoltre, come già detto all’inizio dell’articolo, non tutti i Chromebook (per ora) potranno godersi Crostini. Sono infatti esclusi i modelli basati su ARM 32-bit e tutti i modelli con Kernel 3.14 o precedenti.
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