A seguito di una recente intervista al fondatore della Free Software Foundation, Richard Stallman, da parte di Bryan Landuke, riguardante la questione DRM, è riemerso un articolo di Psychology Today che descrive la missione di Stallman per "salvarci da una rete di spyware... e da noi stessi".
Secondo Stallman, nel momento in cui si utilizza del software proprietario, si perde il controllo del proprio computer e di conseguenza della propria identità digitale. Denunciando il software non-free, che definisce come "abusivo", ha immediatamente fatto terra bruciata a possibili alleati e sostenitori, ma in effetti non è quello che Stallman cerca. Stallman vorrebbe "salvarci" da un settore (software) che considera pericoloso in modi che ancora non conosciamo. Se si utilizza software libero solo per motivi pratici, nel momento in cui diventerà scomodo si smetterà di utilizzarlo e di conseguenza la libertà scomparirà.
Eben Moglen, stretto collaboratore di Stallman e docente di legge alla Columbia, sostiene che "la libertà sociale e politica non possono concretizzarsi senza libertà tecnologica".
Durante l'intervista, Stallman ha anche richiesto espressamente che si usasse il termine "free software" e non "open source". Ha infine lanciato un monito ai lettori di Psychology Today: "quasi la totalita del software presente sugli smartphone, sui computer e sugli altri dispositivi è non-free o proprietario ed è invaso da spyware e backdoor installato dalle grandi software house come Apple, Google, Microsoft e molte altre".
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