Il 21 agosto è stato annunciata la disponibilità pubblica della nuova versione di Android per i cellulari Pixel e Nexus di Google. Le novità, soprattutto a livello di sistema, sono davvero molte, ma le più evidenti per l'utente saranno alcune nuove funzionalità:
- Picture-in-picture
la possibilità di avere due applicazioni attive e visualizzate sullo schermo nello stesso tempo, delle quali una in una sorta di finestra ridimensionabile e movibile - Notification dots (o badges)
le notifiche delle applicazioni potranno apparire come fumetti dell'icona dell'app stessa, e non solamente nella barra delle notifiche. - Notification channels
Ogni app dovrà definire almeno un canale di notifiche: suoneria, vibrazione, LED, flash. Ogni canale sarà impostabile indipendentemente dagli altri, permettendo all'utente di gestire come e quando essere disturbato.
Altre novità, elencate brevemente:
- Autofill framework
- Autosizing TextView
- Fonts in XML
- Downloadable fonts
- Adaptive icons
- Shortcut pinning
- Wide-gamut color
- WebView features
- Java 8 language APIs
- Media features
- Multidisplay support
Perché ci interessa così tanto Android? Non solo perché si trova a bordo dell'85% degli smartphone, ma anche perché si tratta di un progetto open source.
Per quanto Google abbia intrapreso la strada, il codice di base è disponibile per tutti, liberamente scaricabile, modificabile e distribuibile. Il modello di base non è molto lontano da quanto avvenga con Chromium e Chrome: il primo è il progetto open source, fondato da Google, il secondo ne è una versione modificata e distribuita da Google stessa.
Siete abbastanza curiosi per vedere il codice? Andiamo sulla homepage di AOSP (Android Open Source Project) e seguiamo le istruzioni. Noi non abbiamo fatto l'esperimento, viste le specifiche minime per il download del repository ed una prima compilazione:
- macchina a 64 bit (ok, fino a qua potevamo farcela)
- almeno 100GB di spazio disco per ospitare il codice più altri 150GB per compilarlo. Ovviamente, se si fanno più compilazioni in parallelo (per esempio per dispositivi diversi), lo spazio necessario cresce ancora.
- Almeno 16 GB di RAM (o SWAP)
Caratteristiche non proprio eccezionali, ma che rendono necessario dedicare una macchina a questo scopo. Ma se uno volesse...
Ad essere onesti, per quanto Android sia un sistema operativo open source, il fatto che vada compilato tutto specificatamente per ogni dispositivo (compresi driver diversi) rende l'operazione tanto complessa che solo i produttori stessi dell'hardware possono permetterselo; in più la grande libertà lasciata dall'essere open source è sia gioia che condanna: i produttori possono modificare e personalizzare il SO come meglio credono, ma così facendo si frammenta il mercato in tante isolette, perfino più di quanto facciano le diverse distribuzioni di linux.
Ma ora siamo solo felici del successo di questo progetto open source, e desiderosi di poter provare in prima persona la nuova versione!
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