Circa un anno fa (il 14 Ottobre 2016, per la precisione), il consiglio cittadino della nostra capitale ha approvato la proposta del consigliere Flavia Marzano, ovvero “Impegno all’uso di software libero o a codice sorgente aperto nell’Amministrazione Capitolina” (qui il link al verbale del comune).
L’idea è quella di sostituire (seppur gradualmente) i software utilizzati dall’amministrazione romana con equivalenti open source, aumentando il controllo da parte dell’amministrazione sul software, e riducendo drasticamente i costi ed il vendor-locking.
Dopo un inventario di tutte le soluzioni server ed applicazioni desktop in uso, completato nella prima metà dell’anno in corso, i vari fornitori di servizi sono tenuti a presente al comune alternative valide ed open source agli attuali programmi utilizzati, permettendo inoltre ad altre realtà di presentare le proprie soluzioni, andando così entro il 2020 a rimpiazzare quello che è l’attuale base installata.
Già si sta procedendo con l’installazione della suite LibreOffice su tutte le 14.000 workstation comunali -100 workstation a notte, a quanto pare- lasciando quindi la scelta agli utenti se continuare ad utilizzare la suite proprietaria attualmente installata (e di cui le licenze sono ancora valide) o la nuova soluzione open source; seppur al momento viene lasciata libertà di scelta, quel personale che utilizza la suite office molto poco (o per i nuovi ingressi), viene spinto dal reparto IT all’utilizzo della soluzione open come principale.
Il passo successivo sarà il prossimo anno; nel 2018 infatti si avvieranno alcuni test per sostituire il sistema operativo delle diverse postazioni di lavoro con Linux, sfruttando -a quanto pare- parte della competenza che già hanno nel reparto IT.
Già il Ministero della Difesa aveva avviato un’operazione di migrazione a piattaforme office libere, ora il Comune di Roma: che pian piano il pinguino -e l’open source- si stia facendo strada anche nel nostro paese?
Leggi il contenuto originale su Mia mamma usa Linux!