Di nuovo sabato, di nuovo la fantastica (?) rubrica #SaturdaysTalks che si occupa di trattare temi inconsueti (?) su cui si può spendere del tempo (?) perché c’è il week-end ad aspettarci!
Tema del giorno “Imparare ad imparare“. Tema caro al portale che, nato col motto “Niente è impossibile da imparare se lo spieghi bene”, cosa di cui siamo ancora profondamente tutti convinti (vero?). Poi però c’è Julia Evans, che ha questo straordinario modo di spiegare le cose, utilizzando disegni che cercano di districare la conoscenza dai temi più complessi.
Ora, se una così scrive un articolo intitolato “How to teach yourself hard things“, io la leggo, perché mi fido. E, nella sostanza, il suo articolo suggerisce il corretto approccio per “imparare ad imparare”:
- Identificare cosa non capisci
- Fidarsi delle proprie conoscenze
- Fare domande
- Fare ricerche
La classifica, se vogliamo chiamarla così, cita le voci in ordine di importanza, quindi al primo posto per imparare ad imparare bisogna capire cosa non capisci. Non è una gara ai giochi di parole, e se ci si pensa è proprio vero: l’avanzamento della propria conoscenza passa unicamente dal saper colmare i gap nelle cose che si conoscono. Poi il resto, fidarsi delle conoscenze, ma se queste sono lacunose che tipo di fiducia ci può essere? E via con le altre due voci, alle quali aggiungerei sperimentare, magari includendola nel punto 4.
Voilà.
Semplicissimo.
E sono molte le chicche incluse nell’articolo, come il fatto che riconoscere di essere confusi significa che stiamo imparando qualcosa che può essere chiarito secondo una semplice sequenza:
- Realizzare di essere confusi
- Identificare la tematica confusa
- Arrivare dalla confusione a domande concrete
- Chiedere a qualcuno o effettuare ricerche per ottenere le risposte
Voilà.
Semplicissimo (di nuovo).
Avete idee del perché tutto questo non funzioni quasi mai?
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