Alzi la mano chi pensava, tre anni fa quando la piattaforma Azure muoveva i primi passi, che Linux sarebbe diventato il sistema operativo più utilizzato. Eppure è così. Come conferma ZDNet, se tre anni fa una sola istanza su quattro era Linux (comunque un bel numero, diranno quelli del bicchiere mezzo pieno) oggi la metà dei server in Azure sono pinguini.
Circa, su per giù. Non ci sono dati precisi perché, si sa, il cloud è mobile. Però secondo il signor Microsoft che ha affermato queste cose (Scott Guthrie, Microsoft’s executive vice president of the cloud and enterprise group, non uno che passava di lì per caso) i numeri sono destinati comunque a salire.
Si capisce adesso perché Microsoft ama Linux? Amazon è Linux, Azure è Linux, i cloud privati basati su OpenStack nemmeno a dirlo.
Linux è una creatura del cloud, o forse sarebbe meglio dire che il cloud è un’estensione della creatura Linux, il suo ambito naturale.
Cosa insegna tutto questo? Insegna come non si deve mai dire mai. Anche perché se sempre il signor Microsoft aggiunge:
There are now more than 20,000 Microsoft employees on GitHub. We now have over 200 open-source projects. We’re now the largest open-source project supporter in the world.
Ci sono più di 20 mila dipendenti Microsoft in Github. Abbiamo più di 200 progetti open-source.. Siamo la più grande azienda del mondo a supportare i progetti open-source.
Capito? Microsoft.
Così è, e così sarà, con buona pace di tutti, perché nel frattempo Microsoft ha eguali relazioni con tutte le grandi aziende come Red Hat, SuSe e Canonical.
Tutti utili e nessuno indispensabile. Magari noi non lo sappiamo, ma il conto alla rovescia per il rilascio di Microsoft Linux è già iniziato
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