I toni sono piuttosto catastrofici, ma purtroppo lo si sapeva già, o quantomeno ce lo si aspettava: altre falle di tipo Spectre sono state esposte. Sembrerebbero addirittura otto le nuove falle scoperte ed evidenziate da Heise, una rivista tedesca di computer, in questo articolo. Intel ha assegnato la categoria “high” a quattro di queste e quella “medium” alle altre quattro. Il risultato per l’utente finale? C’è poco da stare allegri e soprattutto c’è da prepararsi ad un nuovo giro di update che presto o tardi colpirà tutti.
I piani di Intel sono quelli di rilasciare le patch per questi problemi in due trance: la prima a maggio 2018 (quindi, uhm, oggi), la seconda ad agosto 2018.
Quindi, in attesa di tutto questo, facciamo un piccolo punto della situazione: è possibile conoscere lo stato del proprio sistema in merito a Meltdown e Spectre mediante il filesystem virtuale /sys. È sufficiente lanciare questo comando:
grep . /sys/devices/system/cpu/vulnerabilities/*
/sys/devices/system/cpu/vulnerabilities/meltdown:Mitigation: PTI
/sys/devices/system/cpu/vulnerabilities/spectre_v1:Mitigation: __user pointer sanitization
/sys/devices/system/cpu/vulnerabilities/spectre_v2:Mitigation: Full generic retpoline, IBPB, IBRS_FW
L’output del comando è stato copiato da un sistema Fedora 27, aggiornata alle ultime patch disponibili, ma lo stesso può essere utilizzato su qualsiasi sistema Linux aggiornato per capire il livello di (in)sicurezza a cui si è sottoposti. Da notare come nel caso illustrato Spectre v2 venga attenuato da retpoline.
Più giù di così non si può? No, non ancora, anche se è facile presumere cosa c’è dietro l’angolo: nuovi falle saranno scoperte e nuovi giri di patch saranno necessari. Il che significa davvero un’enorme mole di lavoro per chi gestisce i datacenter e la sicurezza in generale.
Rimbocchiamoci le maniche!
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