container

Netflix non è nuova al rilascio in open source di software che ha sviluppato ad uso interno. E si vede dalla sua pagina di GitHub: da tool per interrogare sistemi di Big Data a software di build e delivery, passando da encoder fino alla cattura ed analisi delle metriche, per molte cose la filosofia dell’azienda di Los Gatos è sempre stato “aperto è meglio“.

Recentemente ha rilasciato in open source Titus, il

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Due anni fa parlavamo della nascita della Open Container Initiative sotto il controllo della Linux Foundation. Con l’esplosione dell’uso dei container, e delle tecnologie in grado di gestirli, definire uno standard ufficiale ed aperto per la creazione, l’esecuzione e la trasmissione delle immagini dei container è diventato fondamentale.

E, finalmente, si inizia ad arrivare a qualcosa di completo: già in passato il formato delle immagini ed i runtime sono stati standardizzati dalla

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Una settimana fa circa il fulmine a ciel sereno: Solomon Hykes abbandona Docker.

Per chi non lo conoscesse, seppure per l’esattezza non abbia inventato i container, sicuramente è stata la persona che più di tutti ha contribuito a renderli popolari ed uno standard de-facto su cui son nate e sono evolute una serie di altre tecnologie come Kubernetes, per citarne una.

Non si può iniziare a parlare del buon Hykes senza condividere il

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Nell’aprile dello scorso anno abbiamo parlato di come Docker avesse deciso di scindere il suo prodotto OpenSource dalla sua controparte commerciale, creando il Moby Project. La mossa era chiaramente volta a separare l’aspetto tecnologico dal lato business ed in termini di chiarezza fu sicuramente una scelta condivisibile.

Ebbene, un anno dopo come sta l’azienda Docker? Secondo ZDNet non molto bene, poiché manca di un business plan.

Non usa infatti mezze parole Steven J.

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Ultimamente nel mondo Linux parlare di container è all’ultima moda, tante sono le notizie, e quando si parla di container non si può non parlare di Kubernetes.

Se guardiamo però le notizie più in auge nell’informatica più “generalista”, escludendo le ultime diatribe della Google o Apple di turno, il machine learning è sicuramente sulla cresta dell’onda. Questi sistemi complessi che, quando vengono forniti di moli di dati, sono in grado di apprendere

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Spesso sulle pagine di MMUL vi abbiamo parlato di container e di come questi stiano diventando la norma nella gestione di infrastrutture più o meno complesse.

Nella nostra serie di articoli riguardanti il logging di container Docker, abbiamo colto l’occasione per fare pratica con i comandi base.

I container, anche se non utilizzati in produzione, risultano molto comodi nel day-by-day, rendendo più rapide alcune operazioni per cui, storicamente, si utilizzavano le macchine virtuali.

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Seppur in Italia non abbiano ancora preso molto piede, in altri paese (Stati Uniti in primis) i Chromebook vendono abbastanza bene.

Per chi non li conoscesse, sono computer portatili, generalmente con processore ARM, su cui viene fatto girare il sistema Chrome OS che, pur avendo una base Linux, mette a disposizione fondamentalmente un browser Chrome su cui far girare diverse “applicazioni” (di fatto son plugin). Il costo -in genere- ridotto e l’alta

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Che la relazione tra Red Hat e Microsoft fosse qualcosa di più di un fuoco di paglia lo si è capito da parecchio. La convergenza verso il cloud che entrambe le aziende hanno dimostrato nel corso di quest'ultimo anno (e di cui abbiamo già parlato parecchio sul portale) ha azzerato le passate divergenze portando di fatto le relazioni verso una nuova era.

Non stupisce quindi l'annuncio del 22 agosto di Red Hat

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Puppet

I container, con tutti i loro pregi, sono oggetto di vivo interesse in questo periodo storico. Esempio ne è che qualunque novità abbia a che fare con Docker diventa immediatamente notizia.

Ma i container sono strumenti nati dalle esigenze degli sviluppatori, utili per creare velocemente delle infrastrutture la cui architettura rimanga stabile nel (breve) tempo che serve per studiare il proprio progetto. E proprio per queste esigenze, in caso di modifiche da effettuare, spesso è più facile

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L'azienda Sysdig sviluppa un software open source specificatamente pensato per il monitoraggio di container. Con un'interfaccia simile a quella fornita dal famoso comando top, permette di avere un'idea nel dettaglio di cosa sta succedendo nei container presenti sulla nostra macchina e/o infrastruttura. Questo oltre ad un sistema in-cloud per il monitoraggio dei container che non eroghiamo direttamente.

Grazie ad un parco clienti molto elevato, riesce ad avere un'idea di come si sta

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