opensource

La chiacchierata del weekend che voglio proporre questa settimana nasce da una notizia circolata recentemente: il ritardo nel rilascio di Fedora 29 a causa di una serie di bug definiti blocker che pregiudicano la stabilità della release ed è quindi necessario risolvere prima di rendere pubblica la distribuzione.

Il processo che determina il GO o NO-GO nel far uscire la distribuzione è gestito internamente alla community, nella lista test-announce, e per via

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MongoDB risulta essere uno dei database più apprezzati degli ultimi anni. Nato come database non relazionale basato su documenti simil-json (chiamato BSON), utilizza schemi dinamici (a differenza delle tabelle dei database relazionali tradizionali, che risultano essere più statiche). La sua “elasticità” lo ha portato ad essere al 5° posto dei database più popolari al mondo, ed al 1° posto dei database NoSQL (fonte db-engines.com). Ma un punto a suo favore è

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Poco tempo fa Intel ha reso il suo firmware audio open-source , creando il progetto “Sound Open Firmware” in collaborazione con la Linux Foundation.

Il successo dell’operazione porta a pensare che questo progetto sarà il capostipite di operazioni simili nel prossimo futuro.

Infatti, la più famosa azienda produttrice di processori, ha reso disponibile ache l’intero SDK (Software Development Kit) per rendere possibili reali iterazioni con il codice da parte di tutti e consentire

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Facebook, abbiamo già avuto modo di dirlo, è da sempre impegnata nell’open source e -più in generale- nel movimento open. Che sia per il rilascio di software (Katran ad esempio) o per il lancio dell’Open Compute Project nel 2011, la sua partecipazione ed i suoi contributi sono sempre stati orientati verso questa ideologia.

Seguendo quest’onda in questi giorni ha rilasciato in open source il framework PyTorch 1.0, una serie di librerie Python

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Farsi un media center casalingo con software open source è, ad oggi, estremamente più semplice rispetto a qualche anno fa, in cui si doveva “litigare” con ricompilazioni di mplayer per aggiungere il supporto a questo o quel formato video, lavorare di ffmpeg per convertire i filmati e renderli leggibili e tenere tastiera e mouse collegati al computer in questione per lanciare sulla televisione la puntata successiva della propria serie preferita.

Negli anni

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Leggendo questo articolo di Salil Deshpande l’accusa appare chiara: le grandi compagnie che operano nel cloud, Amazon su tutte, stanno mangiando alle spalle del software open-source. Già perché i servizi offerti, nel caso specifico di Amazon gli AWS, sono basati su software open-source costato nulla, pertanto è chiaro, siamo di fronte ad un abuso, per il quale esiste un’unica soluzione: una clausola definita commons.

O almeno è questa la tesi dell’autore che

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Anche se la parola mainframe si associa  con qualcosa di antico, forse vetusto, non è affatto così. Tanto che IBM, che dei mainframe è stata da sempre produttrice e pioniera, nel corso dell’Open Source Summit di Vancouver ha appena annunciato Zowe, un software open-source che si pone l’obiettivo di colmare il gap tra le moderne applicazioni e la potenza dei mainframe.

Come spiega ZDNet, lo scopo di Zowe è quello di garantire l’interoperabilità

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Abbiamo già parlato nel recente passato di come l’argomento dell’apertura del codice delle macchine Tesla fosse assolutamente attuale. Ebbene il CEO di Tesla, Elon Musk, ha manifestato in un recente tweet la volontà di rendere disponibile il codice relativo al proprio software di sicurezza:

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Sono diversi anni che ormai seguiamo l’evoluzione dell’Open Source Hardware Association e poco meno di un mese fa raccontavamo di come l’associazione avesse creato il certification logo, atto a dimostrare che l’hardware in questione rispettasse i dogmi imposti in fatto di apertura delle specifiche.

Ebbene, in questo articolo apparso sul blog della OSHWA viene raccontato come, per la prima volta nella storia del programma di certificazione Open Source Hardware, sia stata revocata

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