Cinque anni fa Canonical ha tentato di entrare nel mercato smartphone con un suo OS, per fare concorrenza ad Apple iOS e Google Android.
L’idea era quella di portare Ubuntu su dispositivi mobili, con una versione ad-hoc denominata Ubuntu Touch, ma il progetto non prese mai piede e più di un anno fa Shuttleworth ne annunciò la chiusura.
Però nell’ambiente open-source, si sa’, un progetto non è mai veramente morto finché non ci sono più sviluppatori che vi lavorano, tant’è che un recente comunicato di Purism, l’azienda che produce portatili e smartphone pensati per la sicurezza, indica come Ubuntu Touch sarà disponibile sulla linea di telefoni Librem 5.
Attualmente sul telefono viene eseguita PureOS, una distribuzione GNU/Linux basata su Debian sviluppata sempre da Purism. La scelta dell’utente in termini di ambiente grafico ad oggi è tra GNOME o KDE Plasma Mobile, ma ecco aggiungersi Ubuntu Touch alla lista delle possibilità.
L’idea è venuta alle persone di UBports, un’organizzazione che ha come scopo il supporto ed il mantenimento di Ubuntu Touch, ed al momento hanno preso proprio il Purism Librem 5 come hardware di riferimento.
C’è da notare che, nonostante la campagna di funding sia stata un successo, al momento lo smartphone in questione non è ancora sul mercato; le prime spedizioni saranno effettuate a Gennaio del prossimo anno, per i clienti che lo hanno preordinato.
Se volete provare l’ebrezza di Ubuntu Touch, comunque, è ancora disponibile sul Meizu PRO 5 Ubuntu Edition.
Having Ubuntu Touch working by default on a mobile phone such as the Librem 5 is an ideal approach to offer ease-of-use to people while increasing our install base. The Librem 5 will be the ideal hardware for Ubuntu Touch, particularly as it will not require an Android subsystem.
Avere Ubuntu Touch funzionante di default su un telefono come il Librem 5 è un approccio ideale per offrire semplicità d’uso alle persone aumentando la nostra base di installato. Il Librem 5 sarà l’hardware ideale per Ubuntu Touch, specialmente perchè non richiede un sottosistema Android.
Queste le parole di Marius Gripsgard, fondatore e presidente di UBports.
Vedremo se questa mossa farà riprendere il progetto, certo è che nella battaglia per gli smartphone la differenza è data dalla disponibilità o meno di applicazioni di terze parti e, quindi, di sviluppatori che le creino e mantengano.
E’ un circolo vizioso: fino a quando non ci sarà una base utenti forte, le grosse aziende (vedi Facebook, Twitter, Snapchat, etc.) non svilupperanno client per quei dispositivi e, finché non ci saranno client, è difficile che un utente li scelga al posto di altri OS più “comuni”.
Noi, come al solito, staremo a vedere gli sviluppi.
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