Neanche ad una settimana dall’inizio del processo di inclusione nel kernel di WireGuard torniamo a parlarne, per due motivi molto diversi: la richiesta di inclusione di una nuova libreria crittografica (che, manco a dirlo, WireGuard usa) e Linus Torvalds.
La libreria è stata chiamata Zinc (i metalli sembrano andare di moda), si professa in realtà qualcosa meno di una libreria ma qualcosa più di un insieme ordinato di file sorgenti, e mira a sostituire l’attuale organizzazione di funzioni crittografiche presenti nel kernel: crypto.
E infatti Zinc a sua volta è un acronimo per Zinc Is Not Crypt (Zinc non è crypt), e nominare i componenti con acronimi di questo tipo è un’altra moda piuttosto antica (sapete da dove viene Linux, vero?).
Come dicevamo, anche questa libreria è stata presentata nella mailing list, e dallo stesso sviluppatore di WireGuard (Jason A. Donenfeld), con una lunga introduzione che spiega il suo punto di vista professandone niente meno che la necessità; compresa anche una certa esaltazione per le scelte fatte (ma forse è comprensibile, quando si è orgogliosi).
Ovviamente le prime reazioni non si sono fatte attendere, ed è possibile assistere ad una lotta senza esclusioni di colpi; d’altronde, comunità open vuol dire anche confronto (di fatti, idee, ed opinioni): a noi piace così!
Intanto, parlando di rete in generale, Linus ha accidentalmente commentato WireGuard e la sua inclusione nel kernel:
Btw, on an unrelated issue: I see that Jason actually made the pull request to have wireguard included in the kernel.
Can I just once again state my love for it and hope it gets merged soon? Maybe the code isn’t perfect, but I’ve skimmed it, and compared to the horrors that are OpenVPN and IPSec, it’s a work of art.
Comunque, riguardo un problema non correlato: Vedo che Jason ha effettivamente fatto la richiesta di pull per avere wireguard incluso nel kernel.
Posso affermare solo un’altra volta il mio amore per questo e sperare venga inglobato presto? Forse il codice non è perfetto, ma gli ho dato una scorsa, e in confronto agli orrori che sono OpenVPN ed IPSec, è uno stato dell’arte.
Nessun dubbio, quindi. E una voce tanto autorevole del benevolo dittatore aiuterà di certo il percorso di inclusione. Ah, senza favoritismi: questa è solo la sua opinione.
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