Cloud AWS, Azure, GCP? Pro e contra

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Interessante come la pagina dedicata a Microsoft Hyper-V, la tecnologia di virtualizzazione di Microsoft nata per contrastare Xen e VMware ESxi, ora punti ad Azure.

http://www.microsoft.com/hyper-v -> https://azure.microsoft.com/en-us/?ocid=cloudplat_hp

Febbraio 2012
Oggi

Questa piccola digressione è un pretesto per fare una piccola discussione o meglio un monologo su Microsoft e sul cloud in generale.

Microsoft, azienda divenuta famosa per il suo sistema operativo desktop Microsoft DOS, ha spopolato negli anni ’90 grazie a Windows (versione desktop). Ha mantenuto il suo consenso in ambito desktop ed è riuscita a guadagnare consistenti fette di mercato anche in ambito server, anche se quest’ultimo è evidente che sia in declino.

Microsoft, però, non è riuscita a sfondare in ambito mobile (e tablet) ma è riuscita ad imporsi su un mercato ancora più importante, quello che sta dietro ai dispositivi personali, il cloud.

Essa non è il riferimento mondiale, perchè dati alla mano, lo è Amazon AWS con ricavi attorno ai 33 miliardi di dollari, ma Microsoft con il suo Azure è in seconda posizione a circa 11 miliardi, per gli altri player (come Google Cloud Platform) solo le bricciole. Riferimento dati: http://tiny.cc/zv71gz

Microsoft ha capito che Windows è solo un modo per fare soldi e il cloud è più remunerativo perchè non si può craccare come Windows/Office: i canoni vanno pagati, pena la sospensione del servizio.

Il cloud su AWS, Azure o Google Cloud Platform ha fondamentalmente 3 svantaggi rispetto alle soluzioni alternative:

  1. non si può craccare (avere gratis in qualche modo)
  2. necessita di una connessione ad Internet (o VPN) stabile e veloce
  3. i propri dati possono essere ovunque e analizzati da praticamente svariati soggetti (es. governi stranieri, spionaggio industriale…)

Dal 1° punto si deriva che non si può risparmiare sui costi delle licenze: non possono essere azzerate o condivise. Per sistemi operativi come Debian, CentOS che non costano nulla, non c’è differenza ma per software a pagamento c’è ben poco da fare.

Il 2° punto è sicuramente indiscutibile, no rete = no cloud.

Il 3° punto anche questo poco discutibile perchè è impossibile sapere dove transitano i dati e dove vengono immagazzinati e se subiscono analisi aggiuntive.

Altre considerazioni penso non ce ne siano, o comunque eventuali problemi tecnologici si possono risolvere per portare il proprio software sul cloud. I vantaggi sono tutte quegli aspetti che non derivano da questi 3 “difetti”.

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